Wi-Fi Hog, prendere il controllo di una rete wireless.

Un pragmatico criticismo, a volte cinico e spregiudicato può essere salutare per rimettere i piedi per terra dopo essersi adagiati in utopie tecniciste. Lo standard wi-fi ad esempio è sempre più indicato come garanzia di accesso universale e banda garantita, oltre alla sua indipendenza fisica dai cavi che lo rende da un certo punto di vista, meno controllabile. A cercare di smitizzare questa prospettiva ci pensa uno degli ultimi lavori del prolifico Jonah Brucker-Cohen (già autore di StreamingMedia, Clipit! e Desktop Subversibles). il suo Wi-Fi Hog, infatti consiste in un sistema in cui un computer portatile, attrezzato con un ‘portable video jammer’ modificato, prende il controllo di una rete wireless. Tecnicamente il software per il suddetto portatile, che consiste in uno sniffer di pacchetti di dati e un wireless stumbler, effettua il monitoraggio di quei dati che provengono da un nodo aperto, bloccando tutti quelli non diretti al proprio numero di IP e quindi al proprio pc. Mirato più ad analizzare la modifica dei rapporti sociali in presenza di uno spazio condiviso che a realizzare tecnicamente uno strumento aggressivo, questo progetto dimostra come lo spazio pubblico sia un concetto che si applica perfettamente alla dimensione immateriale della rete, in questo caso fisicamente percepibile come insieme di persone che nello stesso luogo usufruiscono, o meglio vengono impedite dall’usufruire, del loro stesso spazio. Da qui numerosi sono gli spunti e le provocazioni offerte dal progetto, dall’arbitrio di usare i network a proprio piacimento, pure in maniera pervasiva, fino alla dissoluzione del concetto di network locale condiviso a beneficio del concetto di collegamento ‘personale’ alla rete, intesa come entità astratta.