David M. Berry and Michael Dieter – Postdigital Aesthetics: Art, Computation And Design

PostdigitalAesthetics

Palgrave Macmillan, ISBN: 978-1137437198, English, 320 pages, 2015, UK

L’improvvisa popolarità del termine “postdigital” è forse la causa della necessità di una nuova parola per descrivere l’attuale e spigolosa situazione. Il postdigital ha pervaso molte e differenti aree culturali, spingendo il prefisso “post” per rinnovare in diversi settori accademici e artistici una serie di stagnanti termini chiave. Alte dosi di “intelligenza” digitale sono ora tangibili nelle nostre vite ed evidentemente in crescita, mostrando come una condizione postdigital è assolutamente reale e presente, anche se non in maniera universalmente riconosciuta. Questo libro co-curato da David M. Berry e Michael Dieter è una preziosa raccolta di testi e una mappatura dei numerosi modelli rintracciabili intorno a questo concetto. Partire dal celebre interrogativo del termine – agitato da Cramer – è utile per affrontare di nuovo le definizioni di “new aesthetics” (Berry, Kwastek, Campanelli) e “post-internet”, così come le rispettive declinazioni e contesti. La crescita non quantificabile di “big data” è una componente essenziale che sottolinea queste definizioni (Portanova, Manovich, Golumbia), incluso le seducenti, a volte ingannevoli, forme di visualizzazione dei dati (Cubitt). Alcuni “Leaks” nel sistema sono commentati da diverse prospettive (Apperley, Andersen, Pold, Chun), tracciando le differenze tra il presente e il passato e realizzando la richiesta di un’interpretazione collettiva dei termini chiave imposti dai curatori.