Schurer – Parallax

Schurer

CD – Domizil
Eccentrici passaggi, modulati in forme d’onda altrettanto atipiche, sonorità ora sghimbesce ed un poco gommose, poi giustapposte concatenazioni auditive, più sorde e granulari, accumulo cromatico d’effetti e trasalimenti percettivi. Esperienze aurali decisamente non comuni, intrise di lamentii sintetici, variazioni di tono e nervosi ritmi sequenziali. Un flusso continuo, quello operato da Schurer in ‘Parallax’, articolando caotici innesti improvvisativi, oscillazioni e geometriche congiunzioni di trame. Polimorfismo d’estrazione elettronica che opera un sistematico sgretolamento delle certezze musicali aquisite, comprendendo più opzioni che si dipanano dalle stesse strutture. Allampanata vaghezza, accavallamento prospettico generato nel cambio del punto d’osservazione, induzione diretta alla confusione delle corrispondenze, capace di generare fecondi inceppi, studiati e artificiosi balbettii sonori, non-forme autoreferenti, modellate su fenomeni aleatori ma non per questo – certo – prive di senso e realtà.