Googlehouse, gli interni generabili da Google.

Googlehouse è l’ultimo di una serie di artefatti che hanno come target il motore di ricerca diffusosi nelle abitudini degli utenti come uno standard, e percepito spesso come una ordinata discarica di gran parte del materiale in rete. A sfruttare Google sono già stati GooglePoweredGoggleBox, GoogleSynth, The Google Art creator, Google.art, No Memory e Googlewhacking. In Googlehouse, realizzato da Marika Dermineur e Stéphane Degoutin l’elemento di novità è quello di una strutturazione spaziale degli elementi, perloppiù foto d’interni aggiunte man mano secondo una prospettiva isometrica, che figura la costruzione di uno spazio chiuso, moltiplicandone le possibili visioni attinte dalla rete. In questo collage strutturale arredamenti, dettagli delle strutture e simulazioni vengono concatenati progressivamente, creando un’architettura prevedibile, ma composta come un Lego infinito, generato di volta in volta, anche attraverso una lista di possibili stanze tematiche fornita a corredo del website. A garantire la bontà del materiale, c’è l’URL dell’ultima immagine aggiunta, che distolta dal suo uso originario va a formare un puzzle tridimensionale infinito, un labirinto capace di contestualizzare le immagini in una organica raccolta.