Ryoji Ikeda – Ultratronics

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CD – Noton

Ryoji Ikeda raccoglie e ripropone su questo nuovo album a marchio Noton materiale registrato in due distinte decadi (quella che comprende suoi lavori fra il 1989 e il 1999 e quella – con un salto non indifferente – che annovera invece progetti realizzati tra il 2012 e il 2022). La scelta operata dal seminale manipolatore elettronico, con una cesura così precisa ma eterogenea, non è frutto probabilmente solo d’intenti classificatori e d’archiviazione. Ad un ascolto attento, infatti, utilizzando un impianto in grado di restituire l’intero arco di frequenze e le micro risonanze, segnate da costrutti digitali intrisi di glitch e granulari trasalimenti, gli ultratronics presentati offrono squarci industriali, “beeps and bleeps” astratti ed intrecci scarni, dalle orchestrazioni decisamente minimaliste. Abbondano gli sprazzi ritmici iper-fratturati ed estremi, insieme a momenti di nostalgico lirismo space, che concorrono ad una fruizione a tutto tondo delle abilità di Ikeda, che mette in gioco una mole smisurata d’iterazioni, di dati e tagli arditi assolutamente vari e affascinanti. L’impressione è quella di una narrazione molto particolare ed avvincente – che non viene esplicitata in maniera diretta – e che attraversa per intero le diciassette registrazioni presentate, un percorso segreto nella discografia del maestro nipponico, che per la prima volta sembra interessato nel dare una versione della propria ricerca decisamente più accessibile, a tratti quasi groovy o se preferite electro-techno, mantenendo l’aplomb futuribile, che poi è quello che è materialmente accaduto, cioè comporre musica per un tempo ancora a venire. Il tutto nell’ordine della consueta cifra stilistica di Ikeda, che è sempre e comunque impeccabile, oscura e caotica densa di fascinazioni assai complesse e indecifrabili. Non mancano stavolta numerose parti vocali, sample di trasmissioni radiofoniche, voci sintetizzate e strane recitazioni dell’alfabeto fonetico, che assieme al resto danno vita ad un album davvero unico, non solo significativo per il sound design ma anche per il flusso d’esperienze decisamente brillante e immaginifico, dettagliato e da vivere anche “visivamente”, allo scopo di trasportare l’ascoltatore “in un mondo costituito principalmente da dati che spesso passano inosservati”.

 

Ryoji Ikeda – Ultratronics