Diogo Tudela – Tooling Vol. 1

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Cassette – CCSS++

La maniera nella quale il concetto di tooling è sviluppato all’interno di quelle pratiche artistiche che sono sostenute proprio dalla costruzione di adeguati strumenti è il complesso oggetto di questa release di Diogo Tudela, un media-artista e ricercatore indipendente che spesso incrocia suggestioni sci-fi, informatica speculativa, meccatronica e processi di simulazione, ex membro del SOOPA fino al 2020, una piattaforma multidisciplinare per la musica, le arti visive e la performing art, nonché insegnante di sound art, programmazione creativa e ambienti web alla School of Arts — UCP, un istituto di studi superiori situato nel distretto che fa capo a Porto, sua stessa città natale. I materiali raccolti, suddivisi in dodici tracce derivano da una selezione di file audio registrati precedentemente in differenti occasioni, perlopiù installazioni sonore ma anche field recording, esperimenti software, sintesi di modelli fisici non andate a buon fine e output preliminari da reti neurali. Proprio l’intreccio fra queste differenti fonti sonore costituisce la mescola per i vari tooling, costrutti auditivi piuttosto aspri e dissonanti, realizzati attraverso la progettazione di un sistema basato sulla sintesi granulare per mezzo della quale Tudela scansiona, sequenzia e organizza il suono nello spazio attraverso strutture epicicloidali. Il software utilizzato per tali esperimenti formali è in fase di sviluppo e non ha ancora neanche un nome essendo un primo tentativo operativo dell’autore con SuperCollider, piattaforma per la sintesi audio e la composizione algoritmica che implementa un server audio in tempo reale. L’uscita, in formato cassetta, va ad arricchire il catalogo del Centre for Critical Software Studies ++ (CCSS++), etichetta discografica e piattaforma di ricerca anche questa di Porto, incentrata proprio sullo sviluppo di sintesi, teoria dei modelli, ricerca computazionale ed estetica. All’ascolto, che richiede una ben consolidata abitudine a sonorità abrasive, tagliatissime e glitch, perfino nel caso di fruitori esperienziati non si riesce minimamente a decifrare qualsiasi dato di partenza. L’artista programmatore, insomma, estende i confini delle sue stesse pratiche e lo fa alimentando procedimenti impersonali e un’estetica volutamente poco nitida, mettendo in crisi l’idea stessa d’autoralità, trasferendo il concettualismo a processi tecnici, confinando l’espressività in automatismi anodini.

 

Diogo Tudela – Tooling Vol. 1