Michael Lightborne – Ring Road Ring

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Vinyl 12″ – Gruenrekorder

Sono microfoni a contatto quelli utilizzati da Michael Lightborne, posizionati a ridosso dei piloni di cemento che sostengono la Coventry Ring Road, la mega-tangenziale della città natale di Delia Derbyshire. L’opera, costruita tra gli anni ’50 e ’70, è considerata oggigiorno un classico esempio di errata pianificazione urbana, una barriera che ha di fatto impedito l’espansione del centro, particolarmente odiata dai pedoni e che già dal 1988 ha suscitato interventi del Consiglio Comunale atti a ricreare i collegamenti tra il cuore del nucleo originario dell’insediamento e le aree limitrofe. Adesso il processo di smontaggio, mitigazione e riutilizzo della struttura è già pienamente in corso e Lightborne quasi ad enfatizzarne l’esito ha immediatamente colto l’aspetto “malinconico” dei suoni della struttura, un monumento modernista che ricorda certe ambientazioni distopiche ballardiane. Se la prima traccia è un collage di registrazioni sul campo da tutto il Ring Road, quasi un catalogo delle sonorità disponibili, le successive sviluppano questi materiali audio in maniera ancora maggiormente poetica. “Fortran”, ad esempio, è avvincente, inquietante e fonda, un lento risucchio nello spleen metropolitano più nebbioso e inquieto che si possa immaginare, così anche “Ring Road Reprise”, che dura poco più di due minuti, si staglia netta come un’immersione psichica nelle nevrosi di un automobilista in preda a disorientamento notturno. Il tema del trascinamento che si determina in una massa fluida è in qualche modo onnipresente e anche in “Moebius Loop” è il “gorgo” a farla da padrone, un’intasamento che accerchia – e non solo metaforicamente – il corpo sociale della cittadina tutta. In “Gordian Knot” pure è esibito un drone continuo, a tratti metallico, che ribolle sommesso, una sequenza che in altri momenti potrebbe sembrare anche una pioggia. “Shepherd Tone” è invece come un accelerazione mancata, un grammelot, una lingua di fantasia meccanica per la quale l’intonazione e le cadenze tipiche sono comunque quelle di uno spazio liminare. Ultima traccia dell’album, che va ad arricchire il già notevole catalogo della Gruenrekorder, è “Ring Cycles”, partitura che aggiunge le registrazioni dei campi elettromagnetici che circondano ed emanano dalla tangenziale, trascinati dal traffico che passa sopra in una aggregazione di suoni e suggestioni psicogeografiche.

 

Michael Lightborne – Ring Road Ring