Various Artists – Next City Sounds: Interfaces

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CD – Gruenrekorder

Nell’ambito della ventesima edizione del Kamuna, evento musicale oramai ricorrente nella programmazione del Karlsruhe Museum, il 4 agosto 2018 si sono svolte tre differenti in-situ performances. Le sedi scelte sono state la sala progetti ßpace, lo spazio Halo ARS e la zona pedonale Kaiserstraße, connessa allo Zentrum für Kunst und Medientechnologie (ZKM ) tramite un flusso di dati audio in uscita. Il primo di questi spazi è stato affidato al sound artist Lasse-Marc Riek, che ha presentato in tempo reale field recording piuttosto naturalistiche, assieme a suoni registrati, in un mix abbastanza ipervivido e per niente quietista. L’altra sala, gestita direttamente dagli artisti, nella zona est di Karlsruhe, è stata utilizzata per il live di Lintu + Røyk, un duo che si è esibito con sintetizzatori modulari proponendo una musica elettronica piuttosto cruda e sperimentale. Nella zona pedonale di Kaiserstraße hanno operato invece quelli di KITeratur, con una esibizione partecipativa, “SYNONiMUS”, mentre il No Input Ensemble si è esibito nel sottospazio dello ZKM sotto il cubo blu. Tutti questi vari imput sonori sono stati convogliati allo ZKM, rielaborati e utilizzati come in un mosaico in una installazione sonora di Yannick Hofmann, Marco Kempf, Ben Miller, Sebastian Schottke e Dan Wilcox. Il concetto a monte non è certo nuovo in campo sperimentale se pensiamo alle anticipazioni della postavanguardia teatrale italiana di fine anni settanta, alle teorizzazioni su La Cirrà del Teatro<\em> e alle performance trasmesse via fm radio da diversi spazi romani luogo d’interventi artistici e poi diffuse al Beat 72. La città in se stessa è un grande palcoscenico e lo è soprattutto nel caso dei suoi suoni, che non sono letteralmente solo quello che ascoltiamo per strada, ma anche i suoi immaginari, le maniere degli artisti che queste città abitano. Tutta questa complessa progettualità arriva adesso a noi nella forma di un cd audio della Gruenrekorder, a testimonianza di un’azione sostenuta da un programma di finanziamento dell’UE, Europa creativa. Una unica traccia di sessanta minuti, dove confluisce tutto questo audio-sperimentalismo può essere ardua per molti ma al contrario – per chi è avvezzo a queste scene – è la scelta giusta per testimoniare d’un simile conglomerato d’esperienze, in una maniera anche fuzzy e disincagliata da precisi sottogeneri di ricerca, restituendo le molte sfaccettature e l’attitudine ricombinatoria di certe esperienze.

 

Various Artists – Next City Sounds: Interfaces