Le Forbici di Manitù – GPS / GaPS

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LP – BAU / Sussidiaria

Due le tracce – rispettivamente di 20′ e 34” e di 20′ e 11” – che assieme danno vita a quest’ultima fatica de Le Forbici di Manitù (Manitù Rossi, Vittore Baroni e Gabriella Marconi): “GPS”, ovvero Gigantic Paradigm Shift e “GaPS”, Global art Participation Systems. L’edizione rientra nel programma d’uscite d’arte a scadenza annuale dell’Associazione culturale BAU di Viareggio, che dal 2004 ad oggi raccoglie – utilizzando delle scatole-contenitori – multipli numerati e firmati di artisti nazionali e internazionali. L’idea che sta alla base del tutto in questa pubblicazione è quella di un “sistema di partecipazione globale”, un impianto di posizionamento che trasporti all’ascolto verso mete utopiche e che rimesti idealmente nelle esperienze delle reti artistiche sotterranee internazionali dell’ultimo secolo, dalla Patafisica a Fluxus, dalla Mail Art al Luther Blissett Project. Non sono nuovi LFDM ad un approccio anche “tattile” nelle loro produzioni e quindi in questo caso si trovano perfettamente a loro agio presentando il disco 12” in vinile trasparente con una originale copertina circolare con iIlustrazioni di Emanuela Biancuzzi e impaginazione grafica di Elisa Landini e Virna Zampolini. Sono180, complessivamente, le copie che sono inserite all’interno della pubblicazione di BAU, la numero 14, altre 120, invece, sono disponibili anche separatamente e in versione digital album sul Bandcamp della Sussidiaria, emerita label di Reggio Emilia. Il viaggio – perché propriamente di questo si tratta – ci predispone a “una gigantesca sostituzione di paradigma” seppure musicalmente si rimanga nei dintorni d’una exotica space, anche piuttosto melodica e struggente, nel solco dell’epopea degli anni novanta, quando la passione per un certo vintage experimental ha riportato alla luce musicalità un po’ manieriste e primi vagiti d’elettronica. Se l’esortazione è “non cambiate solo le regole, cambiate il gioco” forse era lecito aspettarsi commistioni anche più crude, contemporanee e imprevedibili. Con LFDM comunque questi discorsi lasciano il tempo che trovano e infine è meglio perdersi nei coretti robotici e siderali della seconda incisione succitata, nenie dal retrogusto prog infine assai gustose ed ecumeniche, giocate su parti consistenti di testi, iterazioni modali e un coinvolgente divertissement pop-sintetico.

 

Le Forbici di Manitù – GPS / GaPSt