Dominik Bartmanski, Ian Woodward – Vinyl: The Analogue Record in the Digital Age

Vinyl

Bloomsbury Academic, ISBN-13: 978-0857856616, English, 232 pages, 2014, UK

Il vinile è uno dei più antichi media che ancora sopravvivono, con una miscela intrigante di tattilità, qualità del suono e impatto visivo. Dopo un sacco di libri sul collezionismo compulsivo, il feticismo da dischi e il culto dei relativi negozi, questo testo affronta finalmente le qualità più riconoscibili del vinile e del suo impatto sociale in un particolare momento storico. Gli autori definiscono quello che stiamo vivendo ora come una “rinascita del vinile nell’era digitale”. Questo è un fenomeno in crescita dall’inizio del 2010, subito dopo che la maggior parte del processo di digitalizzazione del medium era stata compiuta nel decennio precedente. A quanto pare questa rinascita non è una conseguenza di una certa diversificazione aziendale del mercato, ma di alcune importanti chiavi di rivalutazione del mediatico corrente. Ad esempio, gli autori si riferiscono a “sanità mentale musicale” vissuta attraverso la lentezza dei rituali di ascolto collegati ai dischi analogici, coinvolgendo i gesti tattili che sono diventati così universali nel corso degli anni tanto che adesso sono incorporati come visualizzazioni nel software per DJ. Gli autori analizzano etnograficamente negozi indipendenti in diverse metropoli del mondo, individuando diverse dinamiche sociali e culturali. A questo proposito i “mediatori del medium” (DJ, proprietari di negozi, giornalisti e appassionati), sono agenti che canalizzano sia le caratteristiche delle materie prime che il loro valore artistico. L’unico anello mancante qui è l’introito degli artisti sul vinile (in particolare attraverso alter-ego digitali) ma questo libro non mancherà di ispirare ulteriormente l'(ab)uso di vinile da parte degli artisti multimediali.