Barbie: The Plastic Religion, sacred or profane? Pop!

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Siamo abituati a vederla sempre bella ed elegante, con il suo eterno sorriso stampato da decenni sempre uguale, ispirandosi nel look e nelle fattezze sia a persone in carne ed ossa che ai mestieri più rari, Barbie, la bambola ossigenata più famosa del mondo, ci ha abituati già a tante stravaganze. Eppure, questo simbolo di cultura pop, uscito indenne da ben due generazioni, ha spesso fatto discutere, nel bene e nel male. Già avvezzi ai modelli come Barbie Astronauta o Barbie Paleontologa, ci eravamo da poco abituati alla presenza di Barbie su Linkedin nelle vesti di consulente per aiutare le giovani donne nell’ardua impresa di seguire i propri sogni, che ecco spuntare un’altra iniziativa che ha attirato a sé attenzioni da tutto il mondo. Stavolta si tratta dell’opera di due artisti argentini, Pool Paolini e Marianela Perelli meglio noti col nome d’arte Pool&Marianela, che hanno creato una intera collezione di bambole ispirate alle religioni di tutto il mondo. Ed è così che hanno trasformato Barbie nella Vergine di Guadalupe ma anche in Maria Maddalena, Madonna di Lourdes, Nostra Signora di Itati e Vergine di Aparecida. Il bambolotto Ken, invece, è diventato San Rocco, Mosè, Buddha e addirittura Gesù Cristo. E mentre l’opinione pubblica e il mondo religioso si sono indignati a tal punto da spingere la Popa Gallery di Buenos Aires a cancellare l’esposizione prima ancora della sua apertura, gli artisti si sono giustificati dicendo che nella loro opera non c’era nessuna intenzione di offendere, solo avvicinare dei simboli di contemporaneità ad antichissimi simboli di bellezza e popolarità. Benedetta Sabatini

 

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