Simulacra by Karina Smigla-Bobinski, the elusive ghostly video.

Simulacra

Il feedback che otteniamo da un video o da qualsiasi artefatto cinematografico è continuo, come ogni fotogramma che colpisce la nostra retina e altera lo stato del nostro cervello e la nostra interpretazione del materiale primigenio. In Simulacra di Karina Smigla-Bobinski c’è un sistema sospeso realizzato utilizzando quattro schermi attaccati a formare un cubo senza il lato superiore e inferiore. Le schermate di lavoro sembrano trasmettere solo un colore bianco puro fino a che decidiamo d’utilizzare le lenti d’ingrandimento collegate per guardare più da vicino. Un diverso contenuto ci viene quindi reso disponibile. L’autore lo definisce come un “organico, analogo cinema mentale” e infatti la nostra reazione di default è quella di pensare che il processo stia accadendo nel nostro cervello, piuttosto che nelle lenti. Viene stabilita una relazione intima – poi – che mette lo spettatore in una posizione privilegiata, riconosciuta dall’artista come quella scelta per avere accesso ai propri segreti spettrali.

 

Simulacra by Karina Smigla-Bobinski, the elusive ghostly video