Anna Munster – An Aesthesia of Networks: Conjunctive Experience in Art and Technology

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The MIT Press, ISBN-13: 978-0262018951, English, 248 pages, 2013, USA

Concepire l’essenza delle reti è stato un compito difficile anche nella prima era del web. La proliferazione estesa di nodi asimmetrici amorfi e il potente immaginario che le reti possono innescare ha prodotto infatti una specifica percezione pubblica di queste concatenazioni. L’intento della Munster, invece, è quello di sbarazzarsi del concetto schiacciante della vastità delle reti digitali (e della loro struttura onnipresente nella nostra società), che – ella argomenta – sta inducendo una sorta di anestesia. Dovremmo invece immergerci nelle qualità intrinseche delle reti, compresa la loro – molto complessa – relazionalità, cercando di capire “come le reti facciano esperienza” e così facendo permettere alle nostre capacità di percepire le sensazioni (aesthesia). La costruzione di questo discorso attraverso i capitoli è assai interessante. Supponendo che una rappresentazione di rete non può prescindere dal tempo – e quindi non può essere statica – la Munster indaga la mappatura schematica e la sua ricorsione e ridondanza, proseguendo con un’analisi approfondita delle implicazioni culturali di Google Earth e di come questo simboleggi i valori multiformi di una infrastruttura di rete che coinvolge attivamente una massa di utenti nel suo arricchimento partecipativo. Il ruolo essenziale del database viene poi ulteriormente esplorato nei termini delle pratiche di data mining e della sua “relazionalità di rete”. Fenomeno che è spontaneo e virale, dalle qualità intrinseche, così come le neuroscienze offrono un modello di informazione di rete molto efficiente nel completare un’indagine approfondita, supportata da un’attenta selezione di opere d’arte che rafforzano il suo discorso originale e visionario.