Unnamed Soundsculpture – Dancing With Data And Time

Daniel Franke

Unnamed soundsculpture e’ un video prodotto da onformative e chopchop, realizzato da Daniel Franke and Cedric Kiefer. Una nube di 22000 punti, generata in corrispondenza dei movimenti di una ballerina che da’ la sua libera interpretazione del brano Kreukeltape di Machinenfabriek, crea l’illusione di una statua di sabbia che si evolve in uno spazio virtuale. La trasfigurazione della figura della ballerina in granelli di sabbia e’ stata ottenuta combinando i dati ottenuti da 3 “depth cameras” Kinect in un unico volume 3D, successivamente elaborato utilizzando 3D Studio Max. Nel corso di questa metamorfosi la fisicita’ della figura umana assume una connotazione che permette di cogliere sia il rapporto tra la materia e la sua unita’ fondamentale, sia il contrasto tra la sostanza stessa e lo spazio in cui essa e’ inserita. Il significato di questo progetto viene arricchito ulteriormente attraverso altri dettagli introdotti nella sua realizzazione. Le figure mantenute dalla ballerina durante i suoi movimenti, per loro natura effimere e transitorie, vengono riscoperte attraverso la nuova densità’ del corpo ora formato dai granelli di sabbia, che si accumulano al suolo solo dopo essere rimasti sospesi nel vuoto, come cristallizzati, per alcuni istanti. In questo modo l’alterazione della materia che costituisce il corpo modifica anche il tempo percepito, dando un effetto di slow motion ad una scena ripresa e riprodotta a tempo normale. La sabbia, l’illuminazione, il pavimento a specchio su cui l’immagine si riflette, e il vuoto che circonda la figura ricordano l’estetica dei nonsite di Robert Smithson, nei quali gioca un ruolo essenziale la dialettica tra punto e spazio circostante. La post-produzione e’ minimo, in quanto tutti i dati di posizione, le luci e la posizione della videocamera nello spazio virtuale sono tratti dal movimento della ballerina e dal suono stesso. Anche se il processing non avviene in real-time ma è frutto di una paziente assemblaggio, questo progetto é un ottimo esempio di come queste depth cameras possano essere utilizzate per dotare di un espressività più reale ed umana i software di modeling 3D tradizionali.

Alessandro Saccoia