Occupy George, dollari “parlanti”

Occupy George

Stampare su (vere) banconote da un dollaro (quelle con George Washington per intederci) dati concreti e graficamente godibili sulla distribuzione della ricchezza negli Stati Uniti: questo è quello che invita a fare Occupy George, una performance partecipativa nata sull’onda dei numerosi e crescenti movimenti nati dall’originale “Occupy Wall Street”. Le banconote, costituendo strumento e messaggio con un’incisività che avrebbe stupito persino McLuhan, possono essere modificate con una qualsiasi stampante casalinga o con un timbro facilmente realizzabile da sè, utilizzando le chiarissime linee guida pubblicate sul sito. La banconota da un dollaro, uno dei simboli universali del capitalismo, è un luogo emblematico e fortissimo per la rappresentazione dei dati espressi dai grafici inseriti come, ad esempio, il rapporto negli Usa tra la media degli stipendi dei lavoratori comuni e quella degli amministratori delegati. Lo schema dei dati sovrapposti si inserisce in maniera esemplare nella griglia grafica delle banconote, con una perizia certosina, incastrando con elegante fermezza il ritratto di un George Washington che in questa nuova cornice sembra inquieto e ammonitore. La scelta delle banconote assicura inoltre un canale di diffusione enorme e imprevedibile (e quindi quasi impossibile da realizzare utilizzando altri media) e una efficace familiarità nella fruizione del messaggio. Sarà estremamente difficile portare ad occupare Wall Street quel 99% della popolazione a cui tocca la minima parte della ricchezza prodotta prodotta dagli Stati Uniti, ma in questa modalità virale, una parte di quel 99%, trovandosi tra le mani un dollaro “occupato” da questa ironica ma dirompente azione, potrà intercettare più facilmente la portata storica degli eventi in corso.

Chiara Ciociola