Bam-b, controverse ossessioni 3D

Bam-b, Fayaz Jafri, bam_b.jpg

Fayaz Jafri è un artista digitale, di origine pakistana, cresciuto in Olanda e ora attivo sulla scena newyorkese. Se alcune delle sue illustrazioni ammiccano alla pornografia, il tratto distintivo del suo lavoro è la purezza estetica. Ed è proprio questa dualità ad essere al centro della sua produzione artistica, in cui il rigore della computer grafica in 3D, minimale e asettica, si combina con un immaginario forte, sensuale e violento. Evidente è il gusto per la modellazione, e la precisione del segno genera una perfezione innaturale. Inizialmente pittore di murales, poi studente di industrial design e ingegneria, trova i propri riferimenti culturali tanto nella fotografia quanto nel cinema, nella pop art e nei comics giapponesi. Ovvia è l’ossessione per Bambi, il cerbiatto dei cartoni animati, che appare di frequente nei lavori di Jafri mostrando i suoi due lati, l’innocente e il seduttore. Talmente ovvia che il suo personal website si chiama bam-b. Il sito è una flash gallery in costante evoluzione che dà accesso al mondo alternativo dell’artista, in cui algide bambole gonfiabili animano situazioni cronemberghiane, o dove il dolce cerbiatto si trasforma in una creatura sanguinaria. E sfogliando il portfolio digitale dell’artista, che include collaborazioni con le maggiori riviste patinate e corporation americane, si scopre che l’ultima mostra collettiva, ‘Oh my deer! Feast of Mind’, cui Jafri ha partecipato non è altro che la quadratura del cerchio. La Fubon Art Foundation ha infatti incaricato l’artista olandese di realizzare una scultura di Bambi, trasformando così il suo 3D virtuale in tre dimensioni fisiche, una sorta di ‘myse en abyme’ della simulazione del reale.

Valentina Culatti