Sceen, magazine for digital extravaganza

Sceen

La cultura digitale, come diversi altri settori legati all’innovazione, ha sempre vissuto la dicotomia fra tecnici e accademici, che a volte hanno alzato i rispettivi steccati per riconoscersi e distinguersi. Le presunte sterili contrapposizioni che si sono a volte generate hanno solo impoverito uno scenario ricco di spunti estremamente interessanti, spesso mortificati nella nicchia da cui erano stati creati. Sceen, per questo, nasce come una rivista generazionale che porta una ventata d’aria fresca nello scenario della ‘digital culture’, legando culturalmente vjing, demo scene, machinima, ma anche netlabels e arte che s’interessa di videogame e di 8bit, ossia aprendo la mente e gli interessi a fenomeni contingui ma rappresentati in altri contesti. I contenuti mostrano competenza tecnica, gusto e un linguaggio chiaro, che si lascia alle spalle rispettivamente slang e ostentazioni filosofiche, provando che questi fenomeni sono ormai ampiamente giunti a maturità. Già nel titolo si fa esplicito riferimento a quella popolosa e spettacolare scena ‘demo’ da cui la maggior parte dei contenuti discendono in un modo o nell’altro. In tal senso è significativo come questa sia evoluta, distribuendo i suoi artefatti anche attraverso il loro risultato, ossia come video, privilegiando l’aspetto divulgativo rispetto alla sua natura di codice calcolato, a causa della continua rincorsa a specifiche tecniche ultimissime. In definitiva l’ossessivo e, a volte, splendente approccio bottom-up realizzato da questa scena