Alter Ego, identità personali a confronto.

Alter Ego

La creazione d’identità fittizie, dalle digitali caratteristiche antropomorfe, rappresenta una delle grandi fascinazioni del mondo incorporeo dei dati. L’accesso alla creazione del proprio ‘alter ego’ è una pratica che libera le possibilità di costruire pezzo a pezzo un’identità percepita nell’intimo, il più delle volte diversa da quella che biologicamente ci si trova attaccata e che è possibile concretizzare visivamente attraverso gli opportuni tool. Proprio a questa dicotomia è dedicata Alter Ego s’intitola una brillante mostra fotografica allestita alla Proud Gallery di Londra. Le immagini scattate da Robbie Cooper accostano immagini dei giocatori e degli avatar che essi stessi hanno creato, rendendo lampante quelli che possono essere definiti ‘echi’ delle loro caratteristiche reali in quelle virtuali. Echi non necessariamente fisici, ovviamente, ma che si riflettono soprattutto nelle relazioni che s’instaurano con gli altri giocatori. L’accostamento fra creatore e sua identità visiva digitale, può indurre semplicistiche illazioni psicologiche sui rispettivi giocatori. Ciò che invece sembra essere più rilevante è il controllo di ognuno sull’espressione della propria rappresentatività. La selezione di oggetti, accessori, abbigliamento, forme ed espressioni fornisce, sia pure in maniera ancora approssimativa per il numero di poligoni utilizzabili, la cifra della sperimentazione effettuabile sullo specchio di sè stessi, enfatizzando le relazioni fra entità ignare (e il più delle volte felici di esserlo) delle rispettive realtà fisiche.