Comunicazione-guerriglia

Comunicazione-guerriglia ovvero strategia, tattica e pratica di un uso sovversivo e non convenzionale di alcune delle principali forme della creatività più attuale tese a sabotare il complesso e quasi sempre strisciante sistema di regole espressione delle relazioni sociali improntate al potere ed al controllo. Cultura e politica, percepiti come ambiti strettamente connessi, non solo nei loro rituali, ma anche a partire dagli aspetti più comuni del quotidiano. Molte sono le tecniche qui descritte, sniping, fake, subvertising, attacchi psichici e plagiarismo, accanto alle tecniche più tradizionali, mutuate dalle avanguardie storiche surrealiste, dada e situazioniste, e cioè detournamento, cut-up, collage, camouflage e happening, forme che sono tutte tese allo straniamento e al capovolgimento del senso comune, all’appropriazione di spazi pubblici fisici e mentali ed al caos comunicativo. Non sono risparmiati neanche i versanti del mainstream artistico, ancora pregni di una sacralità fastidiosa, anche se mitigata nelle esperienze più contemporanee: la pratica del neoismo, ad esempio, mette alla berlina l’ideologia e la produzione della storia dell’arte in un processo di auto-storicizzazione, smodato e consapevole, utilizzando spesso nomi multipli e identità fittizie. Molteplici sono gli strumenti di critica sociale in questo libro utilissimo, improntato anche a stimolare l’azione e atti di resistenza felice contro l’oppressione e la noia della disciplina sociale.
Comunicazione-guerriglia ovvero strategia, tattica e pratica di un uso sovversivo e non convenzionale di alcune delle principali forme della creatività più attuale tese a sabotare il complesso e quasi sempre strisciante sistema di regole espressione delle relazioni sociali improntate al potere ed al controllo. Cultura e politica, percepiti come ambiti strettamente connessi, non solo nei loro rituali, ma anche a partire dagli aspetti più comuni del quotidiano. Molte sono le tecniche qui descritte, sniping, fake, subvertising, attacchi psichici e plagiarismo, accanto alle tecniche più tradizionali, mutuate dalle avanguardie storiche surrealiste, dada e situazioniste, e cioè detournamento, cut-up, collage, camouflage e happening, forme che sono tutte tese allo straniamento e al capovolgimento del senso comune, all’appropriazione di spazi pubblici fisici e mentali ed al caos comunicativo. Non sono risparmiati neanche i versanti del mainstream artistico, ancora pregni di una sacralità fastidiosa, anche se mitigata nelle esperienze più contemporanee: la pratica del neoismo, ad esempio, mette alla berlina l’ideologia e la produzione della storia dell’arte in un processo di auto-storicizzazione, smodato e consapevole, utilizzando spesso nomi multipli e identità fittizie. Molteplici sono gli strumenti di critica sociale in questo libro utilissimo, improntato anche a stimolare l’azione e atti di resistenza felice contro l’oppressione e la noia della disciplina sociale.