Break Festival 2.2, i pericoli invisibili.

Si avvia alla conclusione in vari luoghi di Ljubljana il Break Festival 2.2, una manifestazione articolata che quest’anno ha come tema ‘Invisible Threat’, includendo tutte quelle attività non visibili che costituiscono una certa pericolosità intriseca, dai virus biologici alle radiazioni, dagli effetti collaterali alla sorveglianza e al potere persuasivo dei mass media. La mostra comprende ‘Consumertopia’ di Andrew Bucksbarg, il binomio capitalismo-consumatore con i rollover del mouse, ‘Great Balls of Fire’ di Leon Grodski, l’11 settembre visto da un salotto, ‘Stealth’ di Aleksandar Jestrovic-Jamesdin, sull’ominimo imprendibile aereo USA abbattuto a Belgrado nel 99, ‘Mosquitobox’ di Oliver Kunkel, una scatola di zanzare che hanno succhiato sangue di sieropositivi, ‘Horror Chase’ di Jennifer & Kevin McCoy, che ricostruisce in loop dalla velocità casuale la scena dell’inseguimento del film d’orrore ‘Evil Dead 2’, ‘Remain in Light’ di Haruki Nishijima, l’acchiappa-onde sonore con retino presentato ad Ars Electronica, ‘Little Virus’ di Helene von Oldenburg & Ellen Nonnenmacher, sulla progettazione e l’immissione di un virus biologico nella società contempornea, ‘Interactive audio installation for cable, hand and flash’ di Sergey Provorov & Galina Myznikova, sugli effetti dispersivi dell’elettricità, ‘The Voyeur’ di Kathrin Pohlmann, un video sulla sua famiglia che guarda un film porno, ‘Invisible Threat: Home’ di Rene Rusjan, sui pericoli che di nascondono nelle pareti domestiche e ‘Under Surveillance?’ di Tina Smrekar, un’installazione in cui dati statistici sono incrociati con interviste a persone comuni di Leipzig e Londra sul fatto di essere esposti a sorveglianza continua. A completare il denso programma un simposio a cui partecipano, tra gli altri, Beatriz da Costa, Brooke Singer e René Passet, live videomixing di Mike Hentz, ‘spi’, un concerto che sovrappone le trasmissioni crittate dei servizi segreti sulle onde corte e i criptici messaggi dell’oracolo di Delfi, ‘Recoil’ di Katherine Moriwaki (USA), dove vestiti imbottiti di magneti fanno attrarre involontariamente chi li indossa, ‘In-Sight No. 3, Reality Soundtrack’ di Tao G. Vrhovec Sambolec, un’intervento sonoro tramite radioriproduttori nella città, e infine workshop di Humbert Christian Droz e dell’Institute for Applied Autonomy.