Extreme Whitespace, performer al terminale.

Battere tasti per diverse ore al giorno è diventata la norma per chi negli ultimi anni ha abbracciato la professione di programmatore. Oltre allo schermo, infatti, protagonista delle riflessioni di diversi teorici e artisti, anche la tastiera ha un ruolo per nulla secondario nel rapporto uomo-macchina e nella quotidianità di chi utilizza intensivamente computer e network. Extreme Whitespace è uno script in perl che trasforma i più veloci dattilografi ‘verticali’ contemporanei in performer visuali. Ispirato da ‘Two Space’, un film di computer animation di Larry Cuba risalente al 1979, gira su qualsiasi terminale linux/unix, oltre ad essere compatibile con quello di mac os X. Il suo funzionamento è in realtà semplice, in quanto produce spazi in continuazione, insieme a variazioni di colore in cui tutto ciò che viene battuto si ingloba, generando un ‘videofeedback’ di puro ascii, ma esteticamente eccelso. L’ideale per perdersi per un po’ nella dimensione dadaista di uno strumento dall’interfaccia spartana che esplode gioioso in tutta la sua dinamicità repressa. Ê