Telecamera nascosta per spiare un’inquilina.

Anche i giornali scandalistici cominciano a trattare argomenti spinosi come le telecamere di sorveglianza, sia pure con la loro peculiare angolazione. In un articolo del New York Post del 27 febbraio si racconta di quella che, Stephanie Fuller, la vittima, definisce come ‘violenza carnale visiva’ (visual rape) a cui è stata sottoposta dal suo padrone di casa. Il findanzato della ragazza, infatti aveva scoperto una piccola videocamera nascosta in un rilevatore di fumo antincendio sul soffitto, con un cavo video che portava direttamente a casa del proprietario-guardone, William Schultz. La polizia successivamente aveva trovato una videocassetta che riprendeva momenti privati della donna, e il giudice, grazie alla mancanza di regolamentazioni in merito ha condannato l’uomo a tre anni di libertà condizionata, 1.468 dollari di multa, 280 ore di servizi di comunità e consulenza psichiatrica obbligatoria. La ragazza di Long Island ha commentato molto amaramente la stessa sentenza, ed è terrorizzata all’idea che altro materiale sfuggito ai poliziotti possa ora finire in mani poco sicure o addirittura in rete. La ragazza ha dichiarato che è dovuta ricorrere a cure psichiatriche per contrastare gli attacchi di panico e l’angoscia, e che ora controlla irrefrenabilmente tutti i rilevatori di fumo e non entra per nessuna ragione nei camerini dei negozi di abbigliamento, per paura che ci siano altre telecamere. “Mi sento come se fossi stata violentata fisicamente” ha dichiarato la Fuller uscendo dal tribunale.