Dataland, where memories are data and behavior is code.

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19.04.02 Dataland, where memories are data and behavior is code.


Dataland, where memories are data and behavior is code è una mostra online di sei progetti di net art canadese appositamente commissionati, che cercano di trasformare i costrutti tecnici in riflessioni personali su concetti come identità, storia, relazioni, comunità e controllo sociale. In ‘intimacy machines: the entity’, as esempio, di Myfanwy Ashmore, si cerca di evidenziare attraverso impatti emotivi testuali, con le rispettive interazioni, la fragilità delle relazioni interpersonali e il desiderio di stabilità che c’è dietro. In ‘Evolution of the Ideal Man’ di Leif Harmsen, invece, si investiga la creazione di un perfetto campione di maschio umano, in una sorta di ‘construction kit’ che lo costruisce a partire dai desideri dell’utente, e di fantomatiche manipolazioni genetiche. In ‘asdf’ di Michelle Kasprzak si è alle prese con una ricerca online per tracciare la trasformazione dei siti negli anni, cercando di farne scaturire un analisi del codice che le compone per delineare i trend seguiti nel corso del tempo. In ‘Choise Maps’ di Michael Alstad si celebra un’altra multinazionale fittizia che pretende di indicare all’utente la strada da seguire nel suo futuro, in base a scelte predeterminate e consigli basati sul suo archivio di Human Value System Cultural Codes (vMEMES), mentre in ‘album: a memory archive’ di Lisa Vinebaum viene creato uno spazio intimo per la memoria dell’olocausto attraverso foto familiari e testimonianze retroattive. In ‘The Pasquino Project’ di Marc Böhlen e Natalie Tan, infine, automatizza la scrittura di critiche al sistema di governo vompilate con lo stesso dissacrante spirito che animava i cittadini di Roma nel 1500, che ne scrivevano (cosiddette pasquinate) e apponevano sulla statua di marmo greca nella sua omonima piazza.