Murcof – The Alias Sessions

murcofok

CD – Leaf

Murcof torna sulla sua etichetta d’esordio – la Leaf – per la prima volta in tredici anni, dopo The Versailles Sessions, ultimo album di una corposa serie di ben cinque uscite su formato esteso nel periodo che va dal 2002 al 2008. In questo The Alias Sessions il manipolatore elettronico messicano – Fernando Corona è il suo nome reale – opera di fatto una summa di tutti gli elementi distintivi delle sue precedenti e rarefatte produzioni: un sound design dalla cura maniacale, una ritmicità piuttosto incisiva, l’utilizzo di campioni orchestrali e misurate texture che danno vita ad atmosfere sospese, spesso vivificate nella mescolanza di sonorità classiche ed elettroniche, intrecci dipanati anche attingendo al repertorio della nuova tradizione minimalista. Va sottolineato che stavolta queste produzioni scaturiscono da precise confluenze performative, nello specifico dalla collaborazione con il coreografo Guilherme Botelho, leader della compagnia di danza ginevrina Alias. Insieme hanno infatti elaborato il progetto coreografico Contre-Mondes, le cui musiche vanno a costituire la prima metà dell’album, mentre si deve la successiva a quanto predisposto per Normal, una pièce di danza contemporanea risalente al 2018. Sulle sonorità che provengono da viole, pianoforti, flauti, violini e clavicembali sono innestati ritmi elettronici piuttosto decisi, synth e droni, favorendo una narrazione cinematica che bene si sposa con l’altrettanto visionaria scrittura scenica, dettagliatissima nella definizione dei corpi esposti, illuminati e ridotti a pure sezioni, sequenze in movimento, trasfigurati e agiti in quanto essenziali suggestioni formali. La luce non può che illuminare frazioni precise di realtà e così anche i suoni si adeguano, scegliendo di evocare a loro volta penombre e spazi non precisamente definiti, sospensioni armoniche e momenti più eterei, con molte emergenze auditive non tonali che spesso sono centrali nelle composizioni. Organico e inorganico tornano in proporzioni equilibrate e così anche quello che è acustico ed elettronico, sprigionando nel complesso tutta la forza comunicativa dell’album, che riguarda meno le singole soluzioni e gli accorgimenti tecnici apportati. “Cerco sempre nuovi suoni inauditi”, dice Murcof, “creare strane associazioni e contrasti tra suoni di natura diversa”. The Alias Sessions sono la dimostrazione che questa ricerca ha precisi effetti estetici e che la contemporaneità può anche essere espressa senza troppe mediazioni concettuali, nelle forme liriche di una diretta bellezza.

 

Murcof – The Alias Sessions