Critical digital culture and media arts · Since 1993
L'Archivio Neural è un archivio di pubblicazioni noi raccolte nel corso degli anni. Sfoglia la nostra collezione qui.
Sometimes the online world reveals unsuspected parallel dimensions. This is an unknown restyle of Neural independently (and secretly as we never knew about it) made by NY-based Motion and Graphic Designer, Clarke Blackham. Very nicely made, perhaps only a bit glossier for the magazine’s line, it testifies once more how even your most familiar outcomes can have another life somewhere else.
The value of craft after software sounds rampant sometimes, expressing the freedom of escaping repetitive taps and clicks to accomplish some assumed tasks. Mixing media, electricity, electronics, mechanics and inert objects Graham Dunning has realised a structured track/performance/open script in his “Mechanical Techno: Ghost in the Machine Music.” More than a proof of concept a machine music declination.
Isn’t ASCII Art a perfect form of “graffiti” in 2010s? The 8-bit aesthetics is among the strongest visual references connecting the analogue recent past with the omni-digital present, so why not adopt it to finally have some public art embedded in the present? In Varberg, Sweden, 2016, the GOTO80 crew (feat: Karin Andersson) did it, choosing (not by accident) the Mo Soul Amiga-font.
YesNo by Timo Kahlen feels like “traditional” net art, a well crafted stuck webpage for the user’s aural and clickable enjoyment.
The relationship between Andy Warhol and personal computers (becoming quite popular during his last years) has been only partially investigated beyond his Amiga works. In November 2015, Sotheby’s sold his “Apple (from Ads)” (acrylic and silkscreen ink on canvas) for 910.000 USD, and in catalogue’s notes Warhol tells about his meeting with Steve Jobs insisting to give him one and showing him how to draw (even if still in black and white): “we went into Sean [John Lennon’s son]’s bedroom–and there was a kid there setting up the Apple computer that Sean had gotten as a present, the Macintosh model. I said that once some man had been calling me a lot wanting to give me one, but that I’d never called him back or something, and then the kid looked up and said, ‘Yeah, that was me. I’m Steve Jobs.’ And he looked so young, like a college guy. And he told me that he would still send me one now. And then he gave me a lesson on drawing with it. It only comes in black and white now, but they’ll make it soon in color…I felt so old and out of it with this young whiz guy right there who helped invent it.”
Harsh Noise Wally, is a sophisticated mashup mixing strips of Wally, the lazy and cynic colleague of Dilbert with some epic noise music extreme attitudes. Well conceived and assembled.
Minority Report comes closer… Three huge screens at Birmingham New Street railway station are scanning passers-by and play advertisements accordingly. http://www.birminghammail.co.uk/news/midlands-news/new-street-station-advertising-screens-9920400
GoPro ancestors in the 1960s and 1970s, mainly sport and movie persons like F1 driver Jackie Stewart, Bob Sinclair and Steve McQueen.
La codifica di lavori concettuali in codice di programmazione è una particolare forma di ‘digitalizzazione’ che implica passaggi mediatici (ossia da un medium materiale ad un altro immateriale) non trascurabili, pur se al contempo ne sublima →
dvd video – Kiasma / Kinotar
I pionieri e i musicisti elettronici d’avanguardia hanno tracciato un solco di teorie e pratiche il più delle volte lontano dalle luci dei musei e delle →
Ideato da Jason Nelson, Speech/Media è un progetto di poesia digitale sperimentale, il quale, attraverso l’ausilio di un software, traduce multiformi sorgenti mediali tra cui discorsi, musica, registrazioni di film, programmi della radio, rumore della folla →
Le più seguite riviste per ‘hacker’ (come ‘2600’ o ‘Blacklisted 411’) hanno storicamente portato le innovative e spesso geniali tecniche di manipolazione dei sistemi elettronici all’attenzione pubblica, emergendo da un underground al quale sono rimaste salutariamente legate, →
Le conseguenze estetiche dei progetti collettivi meriterebbero uno studio specifico, che ancora manca nelle discipline teoriche, ma il cui materiale di partenza diventa ogni giorno più ricco. Ultimo fra numerosi progetti che hanno trovato il loro →
Computer di vent’anni fa (come i Commodore e gli Atari) sono i ferri del mestiere di una vasta comunità di compositori, che si riconosce sotto l’etichetta di ‘8bit music’ e compone ragguardevoli quantità di brani →
Aracne Editrice, ISBN 8854800287
L’arte in rete non è solo ed esclusivamente quella che ricorre iterativamente nei testi e nelle ricostruzioni dei più. Sono diverse le opere, gli artisti e le correnti di pensiero, →
I software di composizione musicale sono ormai una componente chiave nella maggior parte delle produzioni, e questa ha comportato una sviluppo dettato più dalla vastità ed eterogeneità dell’utenza servita, che dal supportare nello specifico gli stili →
Lo spazio urbano di Innsbruck nasconde due piccoli server wireless che dalle vetrine del Capolino Cafe e del negozio Wholly Cow inviano, o meglio tentano di inviare, immagini ad altri dispositivi in movimento. Gli ambulanti altro →
The Continuator è il nome di un progetto di ricerca condotto da Francois Pachet al Sony Computer Science Laboratory di Parigi. Si tratta di una sperimentazione incentrata sull’interazione in tempo reale con un sistema che →
Garzanti, ISBN 8811600170
Fra i (pochissimi) testi editi in italiano sulle arti digitali, questa corposa antologia (oltre seicento pagine) si caratterizza per lo sforzo di abbracciare tutte le arti nel grembo della ‘multimedialità’, termine →
La pubblicità nella sua debordante espansione alla disperata ricerca d’attenzione da parte di potenziali acquirenti ci indica quotidianamente come sfruttare ogni possibile millimetro quadro pubblico per ‘fare comunicazione’, nell’illusione (ahinoi supportata da studi statistici) che ogni →
Indipendent Curators International, ISBN 0916365719
Se le sperimentazioni delle relazioni fra suono e immagine affondano le loro radici negli analogici ma ugualmente effervescenti anni settanta, molte di quelle idee vengono →
The Kinetic Image di Massimo Fiorentino, nato in Italia e naturalizzato danese, lavora dichiaratamente su quella che si può definire la linea di confine, dunque di contatto, tra diverse modalità di rappresentazione visiva dell’immagine. →
