Marc Baron | Jean-Philippe Gross – Black, Pink and Yellow noises

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CD – Eich

Sono ben venti le tracce che vanno a comporre Black, Pink and Yellow noises album collaborativo dei francesi Marc Baron e Jean-Philippe Gross, il primo sassofonista contralto che ricordiamo in coppia con Jean-Luc Guionnet nel 2007 e nel 2013, l’altro pure musicista d’area improvvisativa, dapprima batterista, compositore, mente operativa dietro la Eich Records e fondatore dell’associazione culturale Fragment. La quantità – e anche la qualità – delle esperienze musicali nelle quali i due sono stati coinvolti è cospicua e comprende differenti generi e sottogeneri, dall’elettroacustica al free-noise, dalla musica-teatro alle field recording, dai suoni trovati alle sperimentazioni glitch e tape noise, per citare solo alcuni di questi ambiti e omettendo tutto il lavoro di Gross come promotore di concerti altrui. È proprio la varietà delle differenti pratiche e saperi del duo a imporre questa volta un eclettismo svincolato da qualsivoglia genere, difficile da definire individuando una sola linea estetica. Nessuna traccia arriva ai tre minuti e la maggior parte neanche ai due minuti e mezzo. La scelta di avere partiture così brevi ha reso certamente più facile il compito di Gross e Baron, permettendogli di mantenere una linea di condotta estremamente aperta e duttile, convogliando qualsivoglia ispirazione a un risultato utile. Il flusso già dopo le prime due tracce è cangiante, all’inizio abrasivo, fino poi virare verso un funk alieno e gonfio di sperimentalismo. Quando nessun colpo di lima interviene fra un’incisione e l’altra, ritroviamo sonorità rumoriste a far capolino e a inframmezzare il tutto, oppure field recording che servono allo scopo di trasportare l’ascoltatore in un altro luogo. La suddivisione in colori – che è anche accennata indirettamente nel titolo – comprende 6 suoni neri, 8 suoni rosa e 6 suoni gialli, seppure una simile organizzazione appare più interna alle logiche che il duo ha utilizzato come impulso propositivo nella costruzione delle parti che come risultato infine percepibile dall’ascoltatore. Si utilizzano oggetti e se ne dilatano le risonanze, si registra il vociare di persone e quelle che sono le atmosfere d’ambienti specifici. Molto è frutto di un lavoro di montaggio e a volte si ha l’impressione di qualcosa che si è già sentito, non troppo differentemente che nelle sperimentazioni plundersphonics e in linea con un attitudine post-dadaista, urticante ma in definitiva godibile.

 

Marc Baron – Jean-Philippe Gross – Black, Pink and Yellow noises