John McGuire – Pulse Music

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CD – Unseen Worlds

Sono quattro le composizioni di John McGuire che vengono presentate per il catalogo della Unseen World e tutte realizzare nel periodo – ricco di seminali rivolgimenti nel campo della musica d’innovazione – che va dal 1975 al 1979. È la prima volta che sono raccolte insieme queste registrazioni, pulsanti e post-serialiste, ben distinte nei timbri, nelle strutture e nei tempi, organizzate con cura maniacale e ricche d’intrecci appassionanti, concepite dopo il pellegrinare dell’autore dall’Occidental College di Los Angeles all’University of California di Berkeley e poi studiando in Europa con Karlheinz Stockhausen, Krzysztof Penderecki e Gottfried Michael Koenig. In quel periodo le apparecchiature elettroniche stavano diventando progressivamente più accessibili e vi era un grande fermento al riguardo, che rendeva quel mondo – e le nuove sonorità che ne scaturivano – particolarmente avventuroso e attraente. Se la prima registrazione in scaletta, realizzata nello Studio for Electronic Music at the Musikhochschule Köln, è un esercizio di stile improntato nel suo minimalismo a una certa velocità d’esecuzione, in quella subito successiva McGuire adatta il metodo a uno schema più lento, funzionale per l’orchestra di Brema, con quattro pianisti (Christoph Delz, Herbert Henck, Deborah Richards e Doris Thomsen) più lo stesso autore all’organo. Questa versione alquanto cadenzata, elegiaca ed ipnotica, che rivela passaggi che risultano infine piuttosto elaborati e fluenti, fu commissionata ad hoc per il Pro Musica Nova Festival e Radio Bremen, evidentemente ben disposti nell’apparentarsi a simili sperimentazioni. À la mode sia delle avanguardie statunitensi che europee le ricerche di McGuire sembrano oggi ancora più accattivanti di quanto non lo fossero all’epoca, delicate e proliferanti anche nel terzo episodio di questa serie, realizzato nello Studio for Electronic Music at the West German Radio che ha anche commissionato l’opera. Si chiude il rilascio con le iterazioni altrettanto accattivanti e gentili di “108 Pulses”, realizzato di nuovo nello studio di Köln. La suite di quasi venti minuti, febbrile, incessante, rende ancora più evidente come McGuire piuttosto che dar vita ad un particolare suono si preoccupi di creare un movimento continuo mediante onde simmetriche sovrapposte con due serie di impulsi, ciascuno con un tono diverso e alternato. L’uscita è forte di un indubbio valore storico e in qualche modo è anche celebrativa di un autore moderno finora poco conosciuto.

 

John McGuire – Pulse Music