Beatriz Ferreyra – Huellas Entreveradas

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CD – Persistence of Sound

Beatriz Mercedes Ferreyra è una compositrice argentina di gran valore che già nella prima metà degli anni sessanta collaborava con il dipartimento di ricerca dell’ufficio di radiodiffusione televisiva francese (ORTF), lavorando con il Groupe de Recherches Musicales (GRM) diretto da Pierre Schaeffer. In seguito ha continuato ad occuparsi di musica elettronica, interagendo con numerose istituzioni internazionali, insegnando e tenendo molteplici conferenze, continuando anche, dagli albori del duemila fino ad oggi, ad elaborare progetti con una certa regolarità. Sul lato A del vinile iniziamo gli ascolti con “Huellas Entreveradas“, una composizione di più di 14 minuti e dal costrutto molto vibratile, sensibile e space, con sonorità granulari e risucchi cosmici, vuoti e riprese ambientali, in un repertorio che spazia dall’elettroacustica d’antan a un gusto più contemporaneo e frammentato. Sul retro fa capolino l’altrettanto corposa “La Ba-Balle du Chien-Chien a la Me-Mere“, composizione tenuta a ranghi più dilatati e nella quale fanno capolino field recording, almeno così a noi pare. A seguire queste due tracce è “Deux Dents Dehors“, più breve – incisione – di solo 4 minuti di durata – collage sonoro più giocattoloso e con strambi innesti vocali, in parte ottenuti da giochi per bambini. L’uscita si deve a Persistence Of Sound, una nuova etichetta indipendente interessata alla musica concreta, alle field recording e a tutti i suoni non convenzionali che aleggiano fra questi due poli, quindi perfettamente in linea con questo album, che presenta tre opere contemporanee inedite che però rivelano come Ferreyra continui a creare suoni avvincenti, utilizzando tecniche consolidate per questi ambiti. È il segno, forse, che certe maniere e intuizioni non passano nel dimenticatoio così velocemente come spesso si crede, soprattutto quando sono frutto di studi solidi e ponderate riflessioni. Nel caso di questa compositrice ciò è innegabile e la somma d’esperienze fa certo la differenza, soprattutto quando realizzate a diverse latitudini. Basti non scordare, ad esempio, che Ferreyra ha collaborato anche alla ricerca musicale che faceva capo alla RAI, ha insegnato negli States, ha avuto come insegnanti nella sua formazione mostri sacri come György Ligeti, Nadia Boulanger e Bernard Baschet. Insomma, la classe non è acqua e in alcuni casi non c’è gap generazionale che regga. Il talento è studio e preparazione.

 

Beatriz Ferreyra – Huellas Entreveradas