Stephanie Pan – Have Robot Dog, Will Travel

stephaine-pan-have-robot

CD – Arteksounds

Forte d’un impatto scenico modulato fra vocalità estreme, audio sperimentalismo e performing art, Stephanie Pan ha presentato Have Robot Dog, Will Travel, progetto che è stato anche supportato da Ensemble Klang durante il Festival Dag in de Branding, un evento dedicato alla voce femminile tenutosi a L’Aja, in Olanda, nel 2018. Il mix di suoni è subito molto coinvolgente e il tappeto di trame sullo sfondo della voce è ipnotico, gommoso e macchinico, nella prima traccia, “On Handstands”, completato da un’interpretazione davvero raffinata ed evocativa, condita anche da gemiti gutturali. Non da meno è la successiva “Song For Being Alone #1”, struggente ed evocativa, con la vocalità sostenuta da una nenia delicata che sempre ritorna fra le altre emergenze auditive, gli scampanellii e i soavi passaggi. Qualcuno potrebbe obiettare che siamo ai confini con il pop e non ci sentiremmo di smentirlo completamente, anche se qualcosa di sempre un po’ inquietante o estremamente virtuosistico ci riporta ad altri territori, meno consueti e ordinari. L’estetica e la sensibilità di Stephanie Pan spingono verso dimensioni che non sono del tutto regolari e questo è assolutamente rivendicato nel sottolineare quanto proprio la voce umana e gli stessi strumenti analogici siano imperfetti. Nelle intenzioni dell’autrice l’album è un’ode all’astrazione, all’ambiguità, alle parole non dette, “un ritratto intimo su un ricco letto di caos e rumore”. Quello che si ricerca, evidentemente, è un punto di contatto tra il mondo digitale e quello analogico, un limbo dove anche l’uso di strumenti giocattolo ci riporta sulla strada dell’imperfezione. Non è un caso allora che anche i testi abbiano a che fare con il concetto di ambiguitàStephanie Pan – Have Robot Dog, Will Travel