Twentytwentyone + Diissc Orchestra – Split

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LP – Lithuanian Music Information and Publishing Centre

Sono due le parti, ben distinte su ognuno dei lati del vinile, divise entrambe in 4 tracce, all’incirca di 5-6 minuti. Iniziamo gli ascolti sul lato A, dove sono raccolte le produzioni di Twentytwentyone, ensemble di laptop da camera avvezzo ad interpretazioni di tradizione non classica. La formazione, che è ben congegnata, agisce preferibilmente su partiture aleatorie ed esplorando i classici del 20° secolo che si rifanno a una scrittura prettamente visiva. Il combo, che per vocazione è anche cosmopolita – i suoi membri vivono a Vilnius, Varsavia e Londra – è stato fondato da Artūras Bumšteinas, al quale si sono aggiunti Antanas Dombrovskis, Lina Lapelytė e Vilius Šiaulys. Assieme hanno scelto di avere come riferimento una partitura grafica di Cornelius Cardew, del 1967, “Treatise”, operando in maniera indipendente e ciascuno registrando elementi ispirati a quell’opera, sequenze che sono state poi rielaborate collettivamente in studio. Lo stile è tipicamente quello elettroacustico, diremmo “vintage”, con influenze retro-futuribili, ticchettii e percussioni, ruvide dissonanze, ma anche con digressioni organiche e melodiosi passaggi. Sul lato B, invece, è subito “Tinohi” di Vytautas V. Jurgutis a colpirci, con un impianto maggiormente rumorista e urticante, fitto d’elementi auditivi più aspri e frastagliati, granulosi e sintetici. “Venta lebewohl” di Jonas Jurkunas pure è piuttosto rumorista e di gusto industriale, con accordi d’organo e iterati apparecchiamenti dronici, trattamenti che ritroviamo anche in “MY DO” di Martynas Bialobzeskis. Si chiude lo split lp con “exe.rpm” di Antanas Jasenka, del cespo il brano più ritmato, contemporaneo e propulsivo, ancora sotto la spinta d’ispirazioni sci-fi, ma con più elettronica in primo piano. Al Lithuanian Music Information and Publishing Centre non sono nuovi a questi inviluppi di musica classica sperimentale moderna, in bilico fra tradizione dell’avanguardia e nuovissima ricerca, al tempo stesso un po’ istituzionali e dal cipiglio non conformista, attenti alle ultime evoluzioni estetiche e a riprese spettacolari che diventano efficaci ibridi audiovisivi, nelle forme di concerti-esibizioni o live-cinema con annesse sonorità d’alto profilo. L’idea di accomunare in una stessa uscita i Twentytwentyone e la Diissc Orchestra – quest’ultimi i protagonisti di tutta la seconda parte – si deve al curatore Gail Griciūtė, che è partito dall’idea di una strategia creativa basata su partiture grafiche e immagini in movimento nel primo caso, mentre nelle altre composizioni il leit-motiv è quello di una connessione fra alta e bassa tecnologia, con l’uso di timer, lettori di dischi, un vecchio sintetizzatore Venta e varie interferenze hardware.