Matter – Dangerous Vision

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Lp – Black Chrysalis

Arriva dalla Black Chrysalis Archives – una label indipendente capitolina, focalizzata sulla techno e formatasi durante il 2017 – Dangerous Vision, ultima fatica del bolognese Matter, alias di Fabrizio Matrone, conosciuto anche come Heidseck, sperimentatore avvezzo ad un’elettronica fortemente ritmica, cupa e analogica. Matrone – che in precedenza ha pubblicato su Kvitnu, Le Petit Machiniste e Soviet Media Control – è abilissimo nell’apparecchiare sequenze macchiniche e stridenti, mantenute nella prima traccia proposta, “Colony”, in uno stato di tensione permanente, agitando inviluppi che ad arte non sono tuttavia risolti in un finale catartico, seppure intrisi d’un vitalismo purista e senza fronzoli. In “Null-O” l’incedere è invasivo, solcato da gong effettati e da un crescendo trattenuto e ripreso in una pienezza d’intrecci e coloriture sintetiche, space e ipnotiche, scientemente rese nell’ottimo mastering di Giovanni “Blob” Roma (de L’Arte Dei Rumori Studio). La serie Imago – che prende l’avvio proprio con questa uscita – fa presagire quale possa essere un suo possibile pantheon di riferimenti soprattutto con la prima traccia sul lato B, “The Preserving Machine”, una collaborazione con Retina.it, Ruhig e PRG/M, che assieme adottano il moniker r²π Incursion. L’approccio in questo caso è ancora più minimalista ed essenziale, intriso di un particolare sapore clubbing capace di reggere benissimo le piste più insubordinate e inquiete, amanti d’un approccio non convenzionale e battente. Interessante – riferito a questa incisione – è anche il tagliatissimo video in bianco e nero di Sebastian Kökow, dj, filmaker e podcaster di notevole radicalità e competenza (sotto la sigla the29nov), attivo oramai con un certo successo in quel di Berlino. Si chiude con la title track – che è l’unica del cespo ad avere corposi vocal ed insistite citazioni industrialiste – una prova millimetricamente cesellata, resa iper-vivida dai potenti elementi ritmici che s’aggiungono alle umbratili e incombenti trame iterate, conciliando arte della consolle e astratte, concettuali pulsioni. Un’esplorazione del suono che è come bloccata in una membrana transitoria, una crisalide nera, che diventa un quiescente archivio ancestrale di un atteggiamento, un codice genetico di programmazione che è lo stesso nei vari stadi di sviluppo delle progressive metamorfosi.

 

Matter – The Preserving Machine (r²π Incursion) [Black Chrysalis Archives]

 

Matter – Dangerous Vision