Hive Mind, don’t speak

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La tecnologia delle comunicazioni ci ha abituati a rapidissimi sviluppi che sembrano tendere ad accelerare ancora. Il web prima, la telefonia dopo, più tutte le declinazioni e variazioni sul tema: streaming, chatting, blogging… e questo parlando soltanto delle attitudini e dei costumi più comuni alla nostra società. Il tema della comunicazione è oggi il protagonista centrale nella sociologia, nella politica, nella ricerca scientifica. E’ stata proprio quest’ultima ad indagare le profonde capacità di comunicazione conscia e inconscia negli esseri viventi di qualsiasi specie, arrivando a descrivere l’ipercomunicazione: un collegamento ad una fonte di informazione, senza le limitazioni dello spazio-tempo. In natura tale fenomeno si è manifestato con successo per milioni di anni ed il flusso organizzato della vita degli insetti lo prova in modo chiaro. Sebbene molti gli scienziati sostengono la possibilità di sviluppare tale capacità anche nell’uomo, ad oggi ne abbiamo un’esperienza poco consapevole che solitamente accostiamo all’intuizione o all’ispirazione. L’artista ed ingegnere Sean Montgomery asserendo che l’arte possa stimolare la scienza nello spingersi oltre, in collaborazione con il duo LoVid, ha presentato al RIXC Art Science Festival, la performance HIVE MIND: sul palco l’artista siede di fronte ad un interlocutore con il quale intrattiene una discussione non verbale. I “ritmi cerebrali” di ciascun attore generano violenti impulsi di luce e suono che avvolgono completamente il pubblico, sincronizzando le oscillazioni cerebrali degli spettatori che vengono così trasportati verso stati di coscienza alterati. Gli attori ed il pubblico vivono una serie di stati cerebrali indotti e percezioni alterate, intraprendo insieme un primo viaggio dalle ampie implicazioni per il futuro della cognizione umana e della comunicazione.

 

Sean Montgomery – Hive Mind – a peek into the future of human cognition