Timothy J. Welsh – Mixed Realism: Videogames and the Violence of Fiction

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University Of Minnesota Press, ISBN-13: 978-0816696086, English, 232 pages, 2017, USA

L’impatto sociale dei videogiochi violenti è stato sempre una questione molto popolare, generando vivaci dibattiti nel mondo piramidale dei mass media prima e nel mondo selvaggio dei social media ora. Il principale argomento polarizzante si basa solitamente sugli scambi diretti tra la dimensione materiale e quella immateriale, con tutte le possibili conseguenze.
Welsh contribuisce a questo dibattito con un approccio diverso. Ridefinisce il rapporto tra i due ambienti principali, parlando di ‘virtualità reale’, o di consapevolezza delle due dimensioni attribuendo loro lo stesso ‘realismo’. Il suo concetto nodale è, infatti, il ‘realismo misto’, abbandonando finalmente la classificazione binaria che ha alimentato il dibattito, definendo invece un sistema di elementi che interconnettono le diverse dimensioni in un ecosistema senza soluzione di continuità. L’autore utilizza casi di studio, come i giochi “Prince of Persia”, “Eternal Darkness” e “.hack//Infection” per classificare quello che chiama l'”ambiente digitale”. Descrive i processi mediati della guerra virtuale in Call of Duty, confrontandola con gli attacchi dei droni del mondo reale, e trovando sia l’alienazione derivata dalla spersonalizzazione del nemico che l’automatizzazione della guerra stessa (simulata o meno). La “mediazione onnipresente” di cui ci occupiamo costantemente deriva dal realismo misto che egli descrive. Infine, fa interessanti parallelismi tra videogiochi e opere letterarie.

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