Fly AI, crucial system mistakes

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Il software per computer con potenzialità di apprendimento e di risoluzione dei problemi sempre in aumento si è rapidamente inserito nel contesto delle nostre vite, monitorando molti dei nostri movimenti quotidiani per rendere le nostre vite più facili e sicure, dal gestire le nostre email al guidare le nostre macchine. In questo rapido processo è diventato facile ignorare o minimizzare la questione riguardante i dubbi che possono derivare da questi vantaggi. Alcuni artisti sono piuttosto attenti a questo tipo di personale coinvolgimento e cercano di mettere in discussione la veloce e forse acritica integrazione delle tecnologe AI, cercando di svelare il loro potenziale e le opportunità. Fly AI di David Bowen è un’opera che ci mostra che non necessariamente dobbiamo immaginare scenari fantascientifici popolati da essere super intelligenti in modo da riflettere in maniera critica sui modi in cui noi lasciamo ai computer il potere di gestire molti aspetti della nostra vita. L’opera incredibilmente sposta la nostra visuale verso plausibili applicazioni attuali e verso implicazioni di potenziali AI, come la sensibilità di una macchina, in un modo ironico e provocatorio. In poche parole, un sistema AI controlla il destino di una colonia di mosche. Questo bizzarro esperimento che riguarda apparentemente un mondo dove le creature viventi sono supportate dalle macchine potrebbe evocare in qualche modo uno scenario futuristico, sebbene sia in apparenza una struttura apparentemente semplice e comunemente a portata di mano. Il sistema usa una fotocamera collegata a un Raspberry Pi e a Tensor Flow una libreria per l’apprendimento automatico del riconoscimento di immagini (open-source da Google), per “indovinare” se quello che “vede” è una mosca. Quando la fotocamera cattura l’immagine della mosca, il software di riconoscimento di immagini categorizza l’immagine e classifica l’elemento osservato tra 1 a 5 possibili scelte di quello che per lui potrebbe rappresentare una mosca. Quindi il concetto è questo, quando il sistema identifica correttamente una mosca, e la classifica prima nella lista, la colonia è nutrita con acqua e sostanze nutritive secondo la percentuale della classifica. Altrimenti se sbaglia a classificare la “mosca” come prima corrispondenza, la colonia è lasciata morire di fame. Nel processo una voce inquietante lentamente e sistematicamente descrive tutto ciò che pensa di identificare e allo stesso tempo esprime i suoi dubbi e i suoi errori. Come Bowen rivela quando descrive l’opera, il sistema spesso commette errori a causa delle limitazioni nel processo del riconoscimento delle immagini, esponendo in maniera esplicita le sue imperfezioni e l’effettiva mancanza di precisione su cui dipende il destino delle mosche. Piuttosto in maniera provocatoria l’artista specifica che “il sistema è configurato per funzionare in modo indefinito e con un risultato indeterminato”. Nel quadro completo del lavoro di Bowen, che esplora i risultati e le intersezioni tra le macchine e il mondo naturale, quest’opera crea una particolare interconnessione tra una sorta fotogenia perversa alla quale infine degli esseri ignari si devono combinare per sopravvivere, indipendentemente dai difetti e dalle limitazioni del sistema. Senza dare risposte assolute, l’installazione in maniera eloquente pone la domanda su cosa potrebbe accadere nel momento in cui noi inizieremo a fornire macchine con la capacità umana di poter fare osservazioni in base alla propria conoscenza e di prendere decisioni riguardo al mondo. Luisa Ribas

 

David Bowen – Fly AI