Jussi Parikka – A Geology of Media

Jussi-Parikka

University Of Minnesota Press, ISBN: 978-0816695522, English, 224 pages, 2015, USA

C’è una tensione senza fine tra la “materialità” dei mezzi di comunicazione e la sua infinita (personale) proliferazione, non risolta quasi per definizione. Al centro della maggior parte delle strategie di conservazione della media art, questa tensione può essere vista come una questione assolutamente cruciale, qui assai significativa per comprendere i paradossi che il digitale ha indotto rispetto a molti altri scritti basati su poco sostanziali trattazioni. Nel terzo e ultimo volume della sua esplorazione sull’ecologia dei media (dopo Digital Contagions e Insect Media) Parikka esplora questa tensione, disegnata sui seminali concetti di “deep time” e “anarchaeology”, un debito critico verso Siegfried Zielinski, cercando di sviscerare sia l’estetica che la radicalità di questa tensione. Dalla prima di queste concettualizzazioni viene lo studio sulle minuscole particelle, in particolare nel capitolo sulla polvere, un elemento estremamente simbolico della materialità e metafora di informazioni. Ispirandosi all’altra si prendono in considerazione questioni geologiche classiche, focalizzandosi sulla lenta formazione dei materiali di base necessari per costruire i nostri mezzi di comunicazione e sull’estremo futuro impatto della radioattività nei materiali contaminati. Le conseguenze politiche d’entrambi gli approcci sono sapientemente integrate in una prospettiva globale “antropocenica” e l’economia dei materiali multimediali emerge con forza. A questo proposito anche “Zombie Media”, un testo classico di Parikka scritto assieme a Garnet Hertz, viene infine aggiunto come appendice della ricerca, rafforzando gli effetti di questa tensione fra materiale e immateriale che evolve nel nuovo dualismo di geologico contro fabbricato.