Kerber, ISBN-13: 978-3866788039, English, 232 pages, 2013, Canada

Questo è il catalogo di “Le Mois de la Photo à Montréal” un festival biennale di mostre fotografiche che coinvolge più spazi cittadini e la cui ultima edizione è focalizzata – nelle parole del suo stesso curatore Paul Wombell – sulle attuali fotocamere percepite come “un oggetto del desiderio che restituisce le immagini dei nostri stessi desideri”. Intitolato “Drone: The Automated Image”, il libro non è dedicato alle volanti estensioni ottiche oggi in voga ma alla corrente autonoma di mediazione fra dispositivi digitali che influisce anche pesantemente sui nostri desideri. “L’agenzia della fotocamera”, come ancora la definisce lo stesso autore, include un’estensione incredibile di nuove possibili opportunità tecniche e spazio-temporali, funzioni che le telecamere contemporanee hanno incorporate. Si tratta di un’indagine notevole che coinvolge artisti che sperimentano tutta una serie di estetiche consolidate: in discussione sono i classici strumenti di Google image (Street and Earth), gli occhi artificiali delle telecamere di sorveglianza e la proliferazione di noncuranti, smarrite, rubate o dimenticate immagini dalla webcam. Inoltre vi è il tempo trascorso guardando le opportunità di cambiamento radicale in prospettiva: collegando le telecamere a soggetti in movimento (da animali a palloni stratosferici) e – naturalmente – anche i droni. Wombell esamina i meccanismi che agiscono in una (semi)autonoma consuetudine, roboticamente coordinati e in grado di scattare foto di esseri umani in condizioni inusuali. La pubblicazione – correttamente argomentata in sei differenti sezioni – indaga il rapporto tra visione umana e più freddamente macchinica, preoccupandosi di costruire nuovi contesti culturali, ibridi nell’autodeterminazione tecnologica e potenzialmente strategici nella riconfigurazione delle politiche visive.

 

Entretien avec Paul Wombell, commissaire invité de la 13e édition du Mois de la Photo à Montréal