Rutger Zuydervelt – Stay Tuned

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CD – Baskaru

Ci invita idealmente Rutger Zuydervelt a compiere una passeggiata “attraverso” l’orchestra. Ogni altoparlante riproduce infatti un ciclo continuo di un gruppo di strumenti che suonano una sola nota, operazione che effettivamente viene compiuta quando in un ensemble si accorda il tutto prima di un’esecuzione musicale. Il concetto è anche lo stesso del “djing umano”, ottenuto spostandosi a piedi fra due differenti fonti sonore, che è allo stesso tempo una metafora del mixing. Il mixing, anche quello che comunemente viene definito un “taglio di frequenze”, altro non è che un’operazione di controllo dei volumi, operata se vogliamo in senso spaziale. Ogni passo – allora – produce un effetto e fa cambiare quello che infine è percepito all’ascolto. Nell’estate-autunno del 2013 questa installazione è stata presentata nello spazio indoor del Sounds Like Audio Art a Saskatoon (Canada) mentre nell’Into the Great Wide Open in Vlieland (Olanda) la cornice era quella più naturale di un’oasi di verde in prossimità del mare. Per Baskaru – etichetta transalpina ben nota ai nostra lettori – Rutger Zuydervelt ha confenzionato un continuum di cinquanta minuti, utilizzando un’orchestra di centocinquantatré elementi, coinvolgendo molti del gotha della scena avant-garde internazionale, musicisti come Oren Ambarchi, Richard Youngs, John Butcher e Nate Wooley, solo per fare alcuni nomi. L’effetto è quello d’un orchestra che si accorda senza fine e Rutger Zuydervelt – che nelle enclave sperimentali è anche conosciuto con il moniker di Machinefabriek – può essere soddisfatto del risultato perché l’ascolto pur spaesante alla fine concilia a momenti meditativi di grande intensità e magnificenza corale.

 

Rutger Zuydervelt – Stay Tuned