Pinkcourtesyphone – A Ravishment of Mirror

Pinkcourtesyphone-–-A-Ravishment-of-Mirror

CD – LINE

Dietro il moniker di Pinkcourtesyphone altri non si nasconde che Richard Chartier, nome molto noto nella scena riduzionista elettronica digitale, autore avvezzo a sperimentare le interrelazioni tra la natura spaziale del suono, il silenzio, l’attenzione, la percezione e l’atto d’ascoltare stesso, fondatore dell’etichetta LINE, nonché graphic designer altrettanto neo-modernista e minimale. Questo suo nuovo album, A Ravishment of Mirror, vede la luce su Dragon’s Eye Recordings, casa discografica a sua volta guidata da un’altro sound-artist – Yann Novak – e focalizzata sugli specifici della drone music, delle field recording e del microsound. L’ispirazione del progetto è celatamente metropolitana, riferendosi come pare a Los Angeles, città dalla quale adesso partono le stesse esplorazioni di Pinkcourtesyphone, luogo di visioni, specchi, luci scintillanti, storie noir e segreti, influenze – a dire il vero – che sono sviluppate in maniera molto onirica e bucolica, in una sorta d’incantamento estasiato, narcotico, fitto d’assenze e melanconico. Collegamenti difettosi del nostro assimilare oblique fascinazioni ambientali, agitate in quattro partiture di differente estensione – rispettivamente di 26, 7, 5 e 11 minuti circa – con sequenze frammiste in un’incedere surreale e riflessivo, dagli equilibri fievoli, oscuri e seducenti, elaborazioni che sono accompagnate da titoli pure ammiccanti e citazionisti (Peg Entwistle e Tab Hunter sono alcuni dei nomi ai quali si fa riferimento), sortendo l’effetto di un coinvolgimento sensibilissimo e totalizzante. Atmosfere nebbiose e melliflue, sicuramente a loro modo cinematiche, dai molti trasalimenti e dalle liriche congetture, ombre ingannevoli sospese fra irreali melodie e iterati passaggi, poi restituite in mescole granulari, riflesse d’interiorizzate elaborazioni.

 

Pinkcourtesyphone – 62,000 Valentines (for T. Hunter)