Ephraim Wegner & Julia Weinmann – Eins Bis Sechzehn

Ephraim Wegner & Julia Weinmann

CD – Crónica
Un hotel oramai in rovina con tutto il suo carico di ricordi, suggestioni, ambienti e affascinante decadenza. Spazi diventati inabitabili, molteplici strutture e stanze, solo lontanamente reminiscenti dei gloriosi fasti, fra gli anni ’60 e ’80, quando i “grandi numeri” delle agenzie di viaggi erano realizzati propriograzie a proposte massificate e “moderniste”, approccio alquanto standardizzato per quella che era l’industria turistica ufficiale del tempo. Ciò che resta non sono solo calcinacci, stratificazioni dovute alle ristrutturazioni assommatesi negli anni, oppure il regredire a un livello quasi organico, primario, con la natura a riappropiarsi dei luoghi, con le sue muffe, le erbacce, gli animali e gli insetti. Quegli spazi ancora “respirano” e stridono sommessamente, vivono un’esistenza come indipendente. In Eins Bis Sechzehn, Ephraim Wegner e Julia Weinmann ci rimandano solo ad alcune delle possibili interpretazioni, testimoniando fotograficamente quello che sono diventati quegli spazi, registrando in presa diretta gli ambienti, ricordando solo in parte l’intreccio d’identità e relazioni delle persone che hanno vissuto per pochi giorni o settimane in quei luoghi. L’artista è allora non più che un semplice inviato sul posto e i suoi scatti, le sue catture, non possono che registrare quello che si vede e si ascolta nel preciso determinato momento di ogni singola azione, seppure poi alcune di quelle registrazioni siano state processate con tecniche FTT (Fast Fourier Transform) e di sintesi granulare. Una menzione particolare – infine – deve andare anche a Miguel Carvalhais per il mastering calibratissimo e a Clovis Vallois per il packaging, minimale e raffinato: un box di 6″, comprendente a sua volta più pieghevoli di differenti dimensioni con immagini fotografiche davvero di gran qualità.