Francisco Meirino – Untitled Phenomenas In Concrete

Francisco Meirino

CD – cave12
Sono registrazioni di neve che cade, ossa spezzate, campi magnetici e insetti, il tutto è ottenuto in 85 sessioni di HighC/UPIC*, un sistema “audio paint”, cioè un modello strutturato di sintesi additiva ispirato ai lavori UPIC di Iannis Xenakis, sperimentazioni risalenti alla metà degli anni 80. Francisco Meirino non è nuovo nell’avere a che fare con materiale programmabile, lavorando principalmente con il computer, rilevatori di campi magnetici, registratori a bobina, trasduttori piezoelettrici e vari dispositivi acustici. In Untitled Phenomenas In Concrete Meirino riattualizza l’idea di voler disegnare il suono, un approccio che gli permette di comporre oggetti sonori elementari, aggiungendoli poi in più parti che può quindi gradualmente cancellare, rimontare, comporre, cercando infine di rendere più conformi le strutture, attento anche ad una resa in qualche modo “estetica”. Un ulteriore intervento di post-produzione è consistito nel trasferire e rimasterizzare il tutto su un nastro a bobina, per aggiungere come un pizzico di calore alla gelida compostezza digitale del trattamento UPIC. Il processo nel suo complesso si è rivelato piuttosto laborioso e Meirino ha impiegato ben quattro anni – dal 2008 al 2011 – per “chiudere” la ricerca. Il senso di sinestesia delle seminali ricognizioni è magicamente ricreato, così come l’iterazione, che riesce a trasformare oggetti fatti di bit in rappresentazioni più fisiche (e viceversa), mantenendo vivida la fruizione nell’ascolto, ricca di più “nuances”, seppure gli elementi sonori esterni siano stati solamente diciotto in tutta la composizione, che è stata dipanata – in ultimo – in un continuum progressivo della durata di ben trentacinque minuti.