Thomas Koner – Novaya Zemlya

Thomas Koner

CD – Touch
Astrazioni davvero poco condensate nelle forme d’un costrutto tangibile che possa dirsi coinvolgente all’ascolto, in Novaya Zemlya di Thomas Koner – autore che può vantare una lunga militanza nelle scene ambient-isolazioniste – è alquanto perturbante il continuum, seppure in definitiva la sostanza non manchi, diluita in frequenze appena udibili. Immateriali tensioni che in questa uscita per Touch omaggiano nelle citazioni proprio una specifica e assai simbolica area geografica: l’omonimo arcipelago artico russo, presso il quale negli anni della Guerra Fredda furono compiuti devastanti esperimenti con la bomba atomica. Naturalmente nessuna esplosione interessa più l’area in questione, pur se ancora si effettuano dei test “subcritici”, previsti dal trattato di messa al bando dei test nucleari. Sono paesaggi inabitabili quelli dove le registrazioni sono raccolte: non v’è traccia d’umani, i droni sono dilatatissimi e le atmosfere decisamente rarefatte e iterate. Al di là della inconfutabile eleganza e forza delle “catture”, i riferimenti simbolici agiti non possono non riportarci che alle tematiche della diaspora e dell’isolamento, rievocando di claustrofobiche ambientazioni da “guerra fredda”. Temi quelli del “glaciale” e di una certa “estraneità emotiva” che sono sempre stati fonte d’ispirazione per Thomas Köner. Sequenze e risonanze che permeano l’album con studiate spazializzazioni, con riverberi cavernosi e crepitii: malinconica registrazione di una realtà desolata, della storia che evapora, di spazi che perdono ogni funzione. La ricaduta radioattiva è quello che resta dell’esplosione, quello che col tempo dirada portando con se tuttavia i segni della contaminazione.