Illuha – Shizuku

Illuha

CD – 12K
Musica strumentale davvero soave e delicata quella a firma Illuha, moniker dietro il quale si celano Corey Fuller e Data Tomoyashi, due musicisti che articolano gentili e sinuose sequenze operando principalmente con base a Tokyo. È però in una antica chiesa di Bellingham, nella contea di Whatcom (Washington, Stati Uniti d’America) che ha preso corpo “Shizuku”, progetto dagli inviluppi low-key il cui impatto viene tuttavia amplificato dalla maestosità degli spazi nei quali la registrazione è stata effettuata. Nelle sei estese tracce in scaletta l’incedere è intriso di struggente malinconia con strati sonori sovrapposti calibratamente e sensibili, tremuli ed emozionanti, a conciliare le evoluzioni pianistiche e gli arpeggi, completati da un sottofondo di droni, field recording, piccoli trasalimenti percussivi e scampanellii millimetrici. Le catture auditive sono state effettuate utilizzando tecniche quad-microfoniche, efficaci per catturare l’acustica naturale degli spazi, ricca di risonanze particolari, indotte dai pavimenti in legno, dalle molte vetrate e dagli arredi presenti in quegli ambienti sacri. I suoni dell’organo a canne, del vibrafono, del dulcimer (strumento musicale a corde che deriva dal santur persiano, parecchio usato nella musica irlandese e nella musica popolare romena), insieme a quelli d’una fisamornica, d’un piano rhodes e d’un sintetizzatore analogico – sono questi gli strumenti che distinguiamo tra i solchi – vengono sapientemente amalgamati in texture avvolgenti e morbide, timbricamente calde e confortevoli. Fuori da ogni angusta classificazione di genere qui la sostanza è quella d’una cristallina purezza che coinvolge appieno all’ascolto.