Palmtop Theater – Report dal V2, Rotterdam

Palmtop Theater

La combinazione di vecchi e nuovi media può creare risultati sorprendenti. “Palmtop Theater”, creato dagli artisti Jitsiru Mase e Tom Nagae è un buon esempio di questo. Traslando su “mobile media” contemporanei un trucco magico del diciannovesimo secolo noto come ‘Ghost Pepper’s , Mase e Nagae sono riusciti a far “sorgere” letteramente i contenuti dagli schermi piatti di smartphone e iPads. Nel 1860 il Ghost Pepper’s è stato diffuso come una speciale tecnica di illusione teatrale che permetteva l’apparizione o la scomparsa degli oggetti in scena con l’utilizzo di specchi e di luce. Mase e Nagae hanno progettato una versione in miniatura di un tale meccanismo, costituita da tre piccoli specchi in parte trasparenti collocati in cima allo schermo piatto, il “i3DG”. L’istituto d’arte olandese V2 e il curatore Maki Ueda hanno invitato vari artisti a creare opere appositamente per questo dispositivo sperimentale, e i risultati di questa iniziativa sono stati esposti durante l’International Film Festival Rotterdam (IFFR).
Un’illusione come il “Pepper’s Ghost” funziona al meglio se collocato in un ambiente efficace per esaltare le sue caratteristiche, che venga costruito attraverso la narrazione, la musica o gli effetti sonori – tutti elementi caratteristici delle funzionalità degli smartphone. Durante la visualizzazione delle 16 opere in mostra, diventa chiaro che le colonne sonore svolgono un ruolo influente. Opere che non ne hanno, come “SIM05” di Lia, lottano per mantenere l’attenzione. L’applicazione per iPod di Lia utilizza un metodo diverso per coinvolgere il pubblico: il lavoro, una tipica animazione dell’artista fatta di sottili e sognanti linee danzanti , viene resettato o alterato agitando il dispositivo o toccandone lo schermo. Solo altre due opere hanno una interfaccia fisica. La collaborazione tra Lina Kusaite, FoAM e Performing Pictures ha prodotto un surreale lavoro filmico chiamato ‘Immanentia’ anch’esso influenzato da spostamenti o interazioni con il telefono, così come ‘Disperse’ di Emmanuel Elias Flores. ‘Immanentia’ è particolarmente suggestivo per l’universo da scoprire dentro l’iPhone, ma la sua narrazione sembra piuttosto flebile. Il i3DG sembra invece richiedere una estetica specifica che è corposa più che delicata.
Le opere più forti in mostra combinano un’estetica visiva molto audace con una colonna sonora adeguata. ‘XorC’ per esempio di Robert Pravda e Kasper van der Horst, un film astratto realizzato su un Amiga, funziona molto bene, così come il lavoro di Arno Coenen, che non ce l’ha fatta ad entrare nel mini-catalogo. Anche Geert Mul ‘Trailscape’, un sognante ‘railroad movie’, sembra perfetto per il i3DG. Sarebbe interessante vedere una produzione di massa di quest’interfaccia sperimentale per schermi di piccoli telefoni per aumentarne la diversità di utilizzo. L’unica cosa che manca in tutte le opere di Palmtop Theater è: una applicazione di rete!

Josephine Bosma

Curator: Maki Ueda in collaboration with Nae Morita.

Artists: Joost Rekveld (NL), Geert Mul (NL), Lia (AT), Arno Coenen (NL), FoAM [BE] + Performing Pictures [SE], Noriaki Okamoto (JP), Mitsuo Toyama (JP), Tajuta Mikage (JP), Shuhei Shibue (JP), Masashi Yokota (JP), Mitsuo Toyama (JP), Emmanuel Flores Elìas (MX/NL), John Fanning (US/NL), Pablo Dias (BR/NL) + Luciano Leite Barbosa (BR/US), Ronald Schelfhout (NL), yy (CN) + Tom Laan (NL), Robert Pravda (NL/YU), Kasper van der Horst (NL), Bonne Knibbe (NL), Shihui (CN/NL), Ludmila Rodrigues (BR/NL), Amelia Kaczyńska (PL/NL), klaravat (SP/NL), André Carvalheiro (PT/NL), and Yolanda Uriz (SP/NL)