Fabricmachine, tessuti sonori

fabricmachine L’entità di una stoffa si misura solitamente toccandola. Facendo scorrere un tessuto tra le dita, lo spessore del filato e le distanze tra la trama e l’ordito determinano la sensazione della pesantezza soffice della lana o della leggerezza fluida della seta. In fabricmachine

di Kathrin Stumreich, due nastri di tessuto scorrono su rulli in due cicli separati, azionati da un motore comune. Invece che tra le dita, il tessuto passa ciclicamente tra un LED e un fotodiode che trasforma la maggiore o minore luminosità del materiale in segnali audio. La velocità del motore e dei rulli, la posizione del Led e la combinazione tra i due nastri sono responsabili invece della variazione dei parametri ritmici o effetti di pitch. I suoni generati variano in base alla qualità e tecnica di tessitura del pezzo di tessuto che viene trapassato dalla luce. Un impalpabile taffetà avrà una luminosità differente rispetto al velluto. Tessuti di varia natura sono dunque cuciti uno dopo l’altro, formando una sorta di pentagramma patchwork, che funziona da partitura materica per il solletico luminoso del led sul fotodiode.

Chiara Ciociola