Desire of Codes, i tentacoli della sorveglianza

Desireof Codes

Siamo abituati a essere continua- mente sotto sorveglianza. Ormai diamo per scontato che le telecamere siano ovunque “per la nostra sicurezza”. E non ci importa più di essere ripresi tutti i giorni per la strada 30, 60 o 100 volte (o più). Come è stato possibile arrivare a questo? Uno dei motivi è che tutte queste telecamere intorno a noi sono “passive”. Stanno lì, registrano, e di volta in volta cancellano, ancora e ancora. Certo, possiamo essere registrati, ma (nella migliore delle ipotesi) non per sempre. E’ questa passività che sta facendo sparire la presenza delle telecamere dal nostro orizzonte quotidiano. Ma sarebbe lo stesso se potessero agire o reagire alla nostra presenza? O se avessero un colore diverso rispetto al solito, neutro, bianco? “Desire of Codes” di Seiko Mikami è un’installazione su larga scala commissionata da YCAM (Yamaguchi Center for Art and Media). L’opera è composta da diversi elementi: novanta “oggetti” meccanici in movimento che, lampeggiando, captano il visitatore e iniziano a fotografarlo tramite piccole macchine fotografiche incorporate; sei bracci robotici dotati di telecamere e proiettori, sospesi al soffitto, che inquadrano e registrano il visitatore proiettandone le immagini sul pavimento. Tutte queste immagini e molte altre ancora, recuperate dalle videocamere di sorveglianza di tutto il mondo, vengono poi montate in una sorta di super “occhio composto” costantemente aggiornato. Il sottofondo sonoro è ottenuto mixando i suoni registrati nella grande sala espositiva, compresi i ronzii dei servomotori e il bisbiglio dei visitatori. Il database ottenuto è fatto di dati, e, come la stessa Mikami dice, di “desiderio”, accumulati in una memoria automatica, potenzialmente onnicomprensiva e intessuta dalle parti del corpo su cui la macchina si è soffermata.
Di fronte al ventre di questa bestia vigile, non siamo più indifferenti, poichè ne siamo l’obiettivo, e così siamo soddisfatti da un’attenzione che è pericolosa, ma appagante.