Edited by Christiane Paul – New Media in the White Cube and Beyond, Curatorial Models for Digital Art

Edited by Christiane Paul

University of California Press, ISBN 9780520255975, USA, 2008, English
Questa è un’antologia di otto saggi più quattro case studies di pratiche curatoriali di arte digitale. I saggi scelti con molta cura sono di Charlie Gere, Sarah Cook, Steve Dietz, Joasia Krysa, Jon Ippolito, Sara Diamond e Patrick Lichty e rappresentano un buon compendio del dibattito accademico in corso sul tema. Il tutto è idealmente supportato dai case studies dove i curatori Beryl Graham, Patrick Lichty, sempre lui, Caitlin Jones, Carol Stringari, Tilman Baumgartel, Hans D. Christ, e Iris Dressler trattano estensivamente mostre che hanno rappresentato eventi storici nell’ambito. La premessa fondamentale è che i protocolli che i musei hanno sempre usato per interagire con gli artisti digitali e il loro lavoro sono rimasti gli stessi usati con gli artisti che producono artefatti fisici, con tutte le conseguenti incongruenze. Opere d’arte così dipendenti dalle fragili tecnologie digitali mettono in discussione tutte le certezze precedentemente acquisite, richiedendo un ripensamento radicale di cosa intendiamo per “esibire” (in pubblico) e preservare (per il futuro). Per questo esibire questo tipo di lavori (effimeri nella loro stessa natura) è ancora un territorio poco mappato e conservarli è uno dei compiti più difficili che in cui un’istituzione possa imbarcarsi. D’altra parte il cuore della media art è indubbiamente il “processo” che sta dietro alle opere, e conseguentemente l’aspetto collaborativo (fra gli artisti e il pubblico) è essenziale alla sua comprensione. Qui si esplora come spingere definitivamente una diversa traiettoria di ciò che Christiane Paul definisce come “la catena alimentare dell’arte”, e la problematica relazione fra arte contemporanea e quella dei nuovi media è quindi avviata verso una nuova stabilità.