Dead Pixel in Google Earth, hackerare mappe satellitari un pixel alla volta

Helmut Smits

Vivendo in una grande città metropolitana e viaggiando costantemente, le applicazioni Google Maps e Google Earth sono una necessità essenziale per trovare la strada giusta in questi fitti paesaggi urbani. Sia che si tratti d’incontrare un amico per un caffè in un posto in cui non sono mai stato, sia che si debbano scoprire le scorciatoie fra due punti punti distinti, la mia vita è diventata molto più semplice da quando ho accesso alle versioni su web e per telefoni cellulari di questi sistemi di mappe. Sovvertendo questo paradigma, ossia quello di usare questi sistemi come una sorta di servizio pubblico, l’artista olandese Helmut Smits ha compiuto un hacking delle rappresentazioni virtuali e reali di Google Earth (come molti altri artisti prima di lui), seguendo questo continuum. Il progetto è quello di un’alterazione fisica del paesaggio bruciando una superficie quadrata di 82 cm di lato in un campo d’erba, che misura esattamente l’equivalente di un un singolo pixel di dati ad una altitudine di un chilometro dove viene rilevato da Google Earth. Questo “pixel mancante” è un’interessante maniera di porre l’accento sull’apparente natura immateriale dell’informazione digitale, come la fotografia satellitare usata per popolare la sfera di dati usata da Google Earth. L’equivalente virtuale di questo progetto potrebbe essere quello di rimuovere un singolo pixel dall’homepage di Neural per vedere se qualcuno ne nota la cancellazione. Ma questo non succederà, naturalmente.

Jonah Brucker-Cohen