Steal This Film: documentario sulle vicende di BitTorrent

Steal This Film, The League of Noble Peers, steal_this_film.jpg

Secondo Armin Medosch in un ambiente interconnesso non sono tanto l’individualità e l’espressione che contano, ma progressivamente le nuove forme per condividere, disseminare e pianificare il lavoro digitale. Attraverso l’azione collettiva il campo progredisce nella sua interezza, poiché condividere e collaborare significa imparare gli uni dagli altri. Ed è questo lo spirito che anima ‘Steal This Film‘, una prevista serie di documentari che descrivono e promuovono le attività del movimento contrario alla proprietà intellettuale. Sul loro website gli autori del progetto, The League of Noble Peers, si autodefiniscono un gruppo di amici intenzionati a realizzare un film sul diffuso movimento del file sharing con l’obbiettivo di evidenziare la visione progressista che molti attivisti e artisti hanno del futuro della creatività. La prima parte di ‘Steal This Film’, l’unica realizzata e a al momento disponibile per il free download, racconta la storia di The Pirate Bay, uno dei più grandi BitTorrent tracker, e dell’organizzazione svedese Pyratbyræn, ripercorrendo attraverso la viva voce dei protagonisti intervistati gli eventi successivi al sequestro dei servers compiuto dalla polizia svedese nel maggio del 2006. In alcuni paesi distribuire torrents che puntano a copie illegali di materiale protetto è considerata una violazione di legge. In Svezia, nazione dalla forte tradizione democratica dell’allemannsretten, il downloading di materiale ad uso personale non era considerato illegale sino al luglio del 2005 quando il governo, come alcuni sostengono forzato dalle pressioni degli USA, ha dichiarato fuorilegge la copia, la distribuzione, l’uploading e il downloading di contenuti coperti da copyright. Ma se il successivo raid operato dalla polizia in difesa della legge era mirato a inibire l’attività dei ‘pirati’, l’effetto è stato contrario: gli accessi a The Pirate Bay, grazie alla pubblicità ricevuta, sono raddoppiati, è aumentato il numero dei downloading e si è costituito un partito politico, The Pirate Party, che accoglie i consensi dei giovani elettori i quali non intendono rinunciare ad una simile risorsa di contenuti. ‘Steal This Film’ racconta tutto questo, in una mezz’ora di montato autofinanziato che indubbiamente racchiude alcune ingenuità amatoriali, come i brevi messaggi subliminali quali ‘Resist Share Copy’ o ‘Sharing is not Stealing’, o lo sguardo apologetico sulla guerriglia. Eppure la natura metadata del lavoro, un BitTorrent che codifica dati sullo sharing, così come lo sforzo di documentare l’acceso dibattito sul copyright che anima il web 2.0, rendono l’iniziativa degna di nota.

Valentina Culatti