Save the waves, il suono dell’elettricità.

Save the waves

Qual’è il suono dell’elettricità? A questa domanda prova a rispondere l’artista canadese Jean-Pierre Aubé attraverso ‘Save the waves’, una gigantesca installazione reallizzata presso la fonderia di Ottawa. La fonderia è situata accanto ad un trasformatore della Hydro-Quebec (uno tra i principali operatori nel campo dell’energia elettrica del Nord America) che produce un ronzio continuo a 60Hz, la lunghezza d’onda che – a parere di Aubè – rappresenta la colonna sonora delle nostre vite domestiche. L’installazione è realizzata attraverso 4 antenne VLF (Very Long Frequency) piazzate nella vecchia fonderia che hanno il compito di intercettare le perturbazioni generate dai numerosi componenti elettrici presenti nella zona. Il segnale viene inviato ad un primo computer, controllato attraverso un secondo computer che ha la funzione specifica di agire come sintonizzatore, provoca cioè l’oscillazione e la circolazione dei suoni grazie ad un software che sfrutta una semplice formula matematica (una curva sinusoidale). Allo scopo di amplificare al massimo il segnale Aubé ha costruito anche un enorme sound system ottofonico costituito da 24 altoparlanti. Piazzato al centro della fonderia tale sistema trasmette in ogni direzione i suoni dei campi magnetici, modulandoli in risposta alle variazioni della lunghezza d’onda prodotte dal software. L’obiettivo dell’artista è quello di riprodurre, enfatizzandola, una condizione tipica delle nostre vite domestiche che sono inevitabilmente scandite dalle frequenze (anch’esse a 60 cicli per secondo) di alcuni elettrodomestici come i frigoriferi. Siamo circondati dall’energia elettromagnetica, conviviamo – spesso inconsapevolmente – con essa e Save the waves ha il merito di ricordare a tutti noi qual’è il suono di tale convivenza.