Emotion’s Defibrillator, consciousness short circuit.

Emotion's Defibrillator

Se le notazioni semantiche sono necessarie alla comunicazione, allora dicesi brain machine interface un’interfaccia tecnologica capace di mettere in contatto cervello e macchina, dove per brain si intende la componente fisica di una forma di vita organica e per machine un dispositivo meccanico-tecnologico capace di processare dei dati. Gli impulsi cerebrali sono intercettati e usati per controllare un dispositivo elettronico senza richiedere alcun output da parte dell’utente. E se ampio è il dibattito sulla riduzione della ‘mente’ alle qualità fisiche del cervello, la scultura elettronica Emotion’s Defibrillator di Tobias Grewening si inserisce in questo come brain machine basata sul principio della manipolazione della coscienza attraverso l’elettronica. Immagini e suoni sono ridotti a stimoli audiovisivi che interagiscono col cervello e scatenano reazioni fisiologiche. L’utente dell’installazione, indossata una maschera per l’ossigeno e posta una pinza sull’indice sinistro, appoggia entrambe le mani su due palle di metallo e infila la testa in una sorta di sfera cava. Si viene così a creare un circuito elettrico che attiva il dispositivo e verifica l’efficacia dei binaural bits per la sincronizzazione del cervello ad una frequenza desiderata. Per quanto nel corso del ventesimo secolo siano state sperimentate diverse apparecchiature per la stimolazione della frequenza cerebrale, la scultura di Grewening include un elemento originale: la pinza appoggiata al dito a mo’ di elettrodo per l’ECG è in grado di fornire un feedback sulle reazioni, conferendo al ‘defibrillatore emozionale’ un’attitudine all’hacking, laddove, ritornando ancora alla semantica, per hacking si intenda il desiderio di comprendere un fenomeno nella sua interezza.